L’ATTIVITÀ FISICA SALVA L’AMBIENTE

L’inquinamento e le tematiche ambientali, dal riscaldamento climatico al problema “plastica nei mari”, dalla raccolta dei rifiuti all’energia pulita sono al centro dell’interesse pubblico. Mai come in quest’ ultimo periodo la condizione dell’ambiente o meglio, del pianeta intero, rappresenta una delle principali preoccupazioni per l’impatto sulla qualità della vita.AF salvaAmbiente_3_7_2019

Ma questa preoccupazione può in realtà spingere a modificare i comportamenti di vita quotidiani di ciascuno di noi. L’avvio ad un “percorso virtuoso” di protezione dell’ambiente va sostenuto e rinforzato attraverso una serie di azioni e gesti quotidiani come fare più attenzione alla raccolta differenziata dei rifiuti, acquistare prodotti con minore imballo plastico o fatti con materiali riciclati, ridurre il consumo dell’acqua, comprare un mezzo di trasporto meno inquinante, ecc. Ma non basta. La salute dell’ambiente e quella dell’uomo dipendono molto dallo stile di vita che scegliamo. Iniziare a predisporsi ad una coscienza più ecologica e nel contempo ad una consapevolezza più dinamica verso l’attività fisica significa muoversi di più. Così, usare meno l’automobile, andare più frequentemente a piedi, in bicicletta, prendere i mezzi di trasporto pubblici è una soluzione e un’ alternativa a impatto zero.

Hoverboard_9_2_2017 L’attività fisica più ecologica in assoluto è camminare ed è quella più adatta alla nostra struttura fisica. La conformazione fisica dell’uomo, infatti, è strutturata in modo da poter sostenere lunghi tratti di percorso quotidiani a piedi così come il nostro antenato ha fatto nel passato molte ore al giorno per procacciarsi il cibo, spostarsi, per cercare riparo e dimora. In una parola, camminare per vivere. Anche correre ha un impatto ambientale nullo, ma se pensiamo a lunghi tragitti, in generale, non possiamo fare la medesima considerazione. Spostarsi di corsa sollecita e mette sotto sforzo le articolazioni degli arti inferiori e della schiena rischiando, a lungo andare, di logore e di creare disequilibri fisici. Ripensando al nostro antenato, la corsa non era infatti sostenibile per la vita di tutti i giorni se non per l’inseguimento di una preda o per la fuga da qualche attacco.

AF salvaAmbiente_1_7_2019Così l’attività fisica più adatta, più antica e più ecologica resta camminare il più possibile, seguita dal salire e scendere le scale. Evitare di utilizzare scale mobili e ascensori significa risparmiare gli alti costi di energia elettrica e diminuire l’emissione di anidride carbonica nell’ atmosfera per il funzionamento degli impianti. Non solo, salire scendere le scale stimola la muscolatura degli arti inferiori e dell’anca, in particolare i glutei e i quadricipiti come fare molto step in palestra!

Spostarsi in bicicletta è un altro modo sostenibile di aiutare la nostra salute e l’ambiente in cui viviamo. La bici non inquina, non fa rumore, è facile da parcheggiare e ci mantiene in forma. L’aspetto “verde” delle due ruote, la convenienza economica, il vantaggio di far migliorare la resistenza fisica, portano la bicicletta a rappresentare quel mezzo che permette di costruirsi una buona base fisica. Un percorso di 10 km pedalando, ad esempio, aiuta ad utilizzare come energia il grasso corporeo, ad abbassare la pressione arteriosa, a rilasciare ormoni che sostengono la vitalità e tanto altro ancora…cylo-one-rivoluziona-il-concetto-di-bicicletta-urbana-cylo_action_13_2016

Lottare contro l’inquinamento ambientale significa muoversi di più. Lasciare ferma la propria automobile più di frequente porta a una riduzione della combustione di carburante e dell’emissione di gas di scarico nell’aria.

È un fatto di cultura. L’Italia è il paese europeo ancora molto legato all’uso dell’automobile e orientato alla sedentarietà: per i car addicted la pratica dell’ attività fisica è molto ridotta. Ma se è difficile evitare un mezzo di trasporto, la scelta ecologica può ripiegare sui mezzi pubblici urbani o sul trasporto smart costituito dai moderni mezzi personali alimentati a corrente come il monopattino elettrico, il monowheel, il segway, l’hoverboard e l’ecobike, nuovi dispositivi per la micro mobilità elettrica. Così facendo, salute e ambiente sono tutelati nello stesso momento.

AF salvaAmbiente_2_7_2019Ma in realtà possiamo fare di più. La buona pratica dell’attività fisica con maggiore frequenza aiuta a curare e prevenire molte malattie dai costi sanitari molto elevati. Muoversi, dunque, contribuisce ad ammalarsi di meno e ad abbattere le spese per la gestione della salute a carico del Servizio Sanitario Nazionale. Perché stare bene significa anche evitare di produrre quelle montagne di rifiuti sanitari e di farmaci utilizzati ogni giorno per curare molte condizioni fisiche ancora risolvibili facendo più attività fisica! Abbiamo mai pensato che muoversi di più ci aiuta ad essere più sani e a ridurre la quantità di plastica sanitaria usata fatta di siringhe, cateteri, blister, imballi e contenitori di plastica usa-e-getta non sempre regolarmente smaltiti e avviati al riciclo e al recupero?

Plogging_1_10_2018C’è ancora un modo per far sì che l’attività fisica salvi l’ambiente ed è quello di praticarla nei contesti naturali di parchi, giardini, spiagge, sentieri di montagna, lungo fiumi, ponendo attenzione ai rifiuti sparsi qua e là e raccogliendoli (Plogging). Così, tra un piegamento e l’altro per tirare su la spazzatura da terra, svolgiamo un’attività fisica ecosostenibile che fa bene alla propria salute e all’ecosistema. In fondo, il fenomeno del littering deve farci riflettere che l’inquinamento dei mari inizia già sulla terraferma e che una grossa quantità di rifiuti e di plastica viene trasportata dai corsi d’acqua verso il mare.

Un comportamento rispettoso nei confronti del proprio corpo, il microcosmo dei filosofi greci, e la Terra, il macrocosmo, prevede di pulire il mondo muovendoci di più. Se manca un chiaro indirizzo politico del nostro paese a risolvere i problemi ambientali, ciascuno può dare esempio, restando in forma, di dedicare anche un’attenzione particolare all’ambiente. Perché muoversi ripulendo i luoghi che ci stanno a cuore e che vorremmo trovare intatti, puliti e belli a tutela del bene comune, è segno di uno stile di vita più green. E se per molti sedentari muoversi non è ancora un piacere, ma un dovere, facciamo in modo che resti un dovere per l’ambiente e in un secondo momento lo diventerà anche per la propria salute.

Essere dinamici e in salute sviluppa una coscienza ambientale…

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PLOGGING: MENTRE CORRI PULISCI IL MONDO

Attività fisica e…ambiente

L’ultima novità in fatto di movimento è il Plogging, che arriva dalla Svezia e combina la raccolta di rifiuti alla corsa in città. Il termine deriva da “plocka upp” (“raccogliere” e “ripulire” in svedese) e “running”, “jogging” (“correre” in inglese). In parole povere, si tratta di raccogliere da terra la spazzatura abbandonata da persone poco amiche dell’ambiente (bottiglie di plastica, cartacce, mozziconi di sigarette, lattine e chi più ne ha più ne metta), mentre si corre o si cammina a ritmo sostenuto.Plogging_7_10_2018

Infatti, se mentre si corre ci si abbassa, non si fa altro che compiere uno squat (piegamento che interessa i glutei e i quadricipiti). Senza arrivare ad affermare che il plogging sia uno sport completo, non possiamo non rilevare che, praticandolo, faremo piegamenti e flessioni, inclineremo lateralmente il busto, compiremo rotazioni e allungamenti e solleveremo pesi. L’impostazione sportiva è simile a quella dell’Hight Intensity Interval Training, che alterna attività aerobica e anaerobica. Anche per il plogging, come per tutte le attività motorie, l’importante è compiere i movimenti corretti nei tempi giusti: ad esempio, per evitare strappi o contratture, faremo sempre attenzione ad abbassarci lentamente e a gambe allargate, come se ci stessimo per sedere su di uno sgabello basso.

Ripulire la città e gli spazi verdi, allenando la muscolatura e bruciando calorie, non è quindi soltanto un buon modo di prenderci cura di noi stessi, ma anche una maniera singolare per prenderci cura dell’ambiente in cui viviamo.

Evviva il Plogging, allora!

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AMBIENTE E SALUTE

Il rapporto con l’ambiente è determinante per conoscere la salute dell’uomo. Dal verde incontaminato della natura alla città inquinata, la relazione tra l’uomo e i vari fattori ambientali può determinare i diversi stati di salute o di malattia.Ambiente e salute_5_3_2017

C’è un legame chiaro tra il benessere, fisico e psichico dell’uomo e lo stato dell’ambiente. Ma oggi è un legame a rischio. E c’è una domanda di salute in aumento e di qualità ambientale. Comunicare il rischio per la salute e per l’ambiente diventa allora doveroso.

La considerazione se l’uomo influenza l’ambiente o l’ambiente influenza l’uomo trova risposta nel degrado ambientale ad opera dell’individuo. La Natura è perfetta, si autoregola e mantiene un equilibrio tra specie animali e vegetali. L’uomo allora influenza l’ambiente, ma l’ambiente influenza l’uomo soprattutto per come lo sta influenzando.

Già nell’antico mondo ellenico, la relazione tra l’uomo e l’ambiente era vista come l’influenza dell’uomo sull’ambiente. E separarsi dalla natura non aiutava certo l’uomo. Un organismo crea infatti un’interazione di cooperazione con l’ambiente. Per capire il destino di un organismo bisogna cogliere il suo rapporto con l’ambiente.

A livello biologico l’organismo è costretto a reagire di continuo all’ambiente e alle sue condizioni per mantenere un equilibrio nella relazione con esso e per preservare le proprie funzioni vitali.

 Ambiente e salute_6_3_2017Un cambiamento che avviene nell’ecosistema modifica profondamente lo stile di vita e la salute dell’uomo. Ciò comporta un adattamento che risulta essere l’effetto positivo, mentre se si tratta di modificazioni legate all’inquinamento gli effetti risultano negativi.

Vivere in armonia con tutto ciò che circonda l’uomo, accresce il benessere e la salute psico-fisica. Ecco perché, per migliorare le condizioni di vita, l’uomo deve creare e proteggere ambienti e strutture architettoniche in armonia con le forze della natura.

Children

Come il FENG-SHUI, un’antica arte che unisce la filosofia e l’architettura, la saggezza e il pragmatismo nel costruire, arredare, ordinare gli spazi in cui si vive, così conoscere le leggi fisiche della dinamica, l’elettromagnetismo, i principi della termodinamica, le influenze cosmiche sulla Terra attraverso l’astrofisica, possono aiutare l’individuo a capire in quale ambiente vive.

La qualità dell’aria e dell’acqua, il consumo degli alimenti, l’uso di prodotti di detersione e profumazione, l’inquinamento acustico, il degrado del suolo, i mezzi di trasporto, la sicurezza chimica ed elettromagnetica costituiscono l’ambiente intorno all’uomo.

Ci sono oggi nuovi tipi di inquinanti, nano particelle utilizzate per prodotti e strumenti elettronici, agricoli, cosmetici, biomedici che spingono a sviluppare ulteriori conoscenze sulle relazioni tra ambiente e salute umana.

Ambiente e salute_9_2017 I campi elettromagnetici a radiofrequenza tipici dei telefoni cellulari, ad esempio, per gli utilizzatori abituali, l’irraggiamento continuativo, diffuso e costante del wi-fi, ma come pure l’influenza di computer, televisori, elettrodomestici, interagiscono con i tessuti biologici dell’uomo tanto più si è esposti alle onde e vicini alla sorgente emittente.

Un effetto biologico si manifesta quando l’esposizione alle onde elettromagnetiche crea una variazione fisiologica in quel dato sistema biologico. Se l’effetto biologico è al di fuori di quel tempo in cui l’organismo può farne fronte, allora si giunge a un danno alla salute.Ambiente e salute_3_3_2017

 Le evidenze e le relazioni scientifiche che legano i campi elettromagnetici, ad esempio, a malattie quali il cancro sono controverse ma il buon senso potrebbe far capire che una relazione c’è.

Allora usare il meno possibile il cellulare, possibilmente con l’auricolare o a viva voce, tenerlo lontano dal corpo, lontano dalla stanza dove si dorme se rimane acceso, orientare il letto verso il Nord, usare materiali e sostanze naturali per gli ambienti, disporre delle piante verdi, organizzare gli spazi e l’ordine, la salubrità, scegliere gli alimenti, l’attività fisica e lo stile di vita, ecc. avrebbero un impatto biologico profondo sulla vita dell’uomo e meno pericoloso sulla salute.

 L’armonia tra individuo e ambiente può ancora sopravvivere attraverso una relazione spazio-temporale se egli ricerca le influenze ambientali più adatte a un equilibrio psico-fisico, ma nel rispetto dell’ambiente.

Ambiente e salute_14_3_2017

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RESPONSABILITA’ SOCIALE D’IMPRESA: LA SFIDA

Secondo l’Unione Europea la CSR, Corporate Social Responsability ovvero la Responsabilità Sociale d’Impresa (RSI), è “La responsabilità delle imprese per il loro impatto sulla società”. Per l’articolo 41 della Costituzione Italiana “L’ iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata ai fini sociali”.

Per spiegarlo più chiaramente, la Responsabilità Sociale d’Impresa è l’impegno di ciascuna azienda a comportarsi in maniera corretta e etica, oltre al rispetto della legge, integrando le scelte di gestione e le operazioni commerciali con considerazioni e azioni di carattere sociale, ambientale e ecologico.

Oltre a prelevare per creare prodotti o servizi, un’azienda deve apportare valore sociale e ambientale.

L’azienda ha una responsabilità che implica l’impossibilità di separare il business dall’etica.

sfide_rsi_3_21_2016In fondo le aziende, piccole o grandi che siano, non esistono fine a se stesse: vivono, agiscono e influenzano l’ambiente, il territorio circostante, il tessuto sociale e da essi sono influenzate.

Le aziende non appartengono soltanto ai loro proprietari e alle figure manageriali che le gestiscono, ma rappresentano un bene sociale che interagisce con la società e l’ambiente.

E così pure i prodotti e servizi realizzati da ogni singola azienda devono essere valutati e apprezzati, in quest’ottica di pensiero, non soltanto per le loro caratteristiche qualitative funzionali o esteriori, ma pure per quelle non materiali. Considerare che un prodotto e un servizio di ogni azienda sono il risultato anche di una particolare attenzione alla salute e alla sicurezza sul lavoro, al rispetto dei diritti umani evitando le discriminazioni, alle buone relazioni con i fornitori, i clienti, le comunità locali, alle preoccupazioni ambientali e alle sue azioni in difesa, è un modo più attuale e funzionale di concepire l’azienda.

Ciò comporta pertanto un ripensamento del modello organizzativo delle aziende soprattutto per il futuro. Le dimensioni sociali, umanitarie e ambientali diventano così centrali tanto quanto il profitto.

Compito dell’imprenditore non è solo quello di creare ricchezza e occupazione, da molti ritenuto l’unico vero dovere, ma di considerare l’azienda parte di un ambiente con il quale interagisce.

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 La Responsabilità Sociale d’Impresa non è soltanto una modalità di fare impresa in maniera socialmente responsabile, ma di pensare il rapporto tra sistemi e ambiente eticamente dove le persone stanno al centro di un progetto concreto. L’azienda diventa così un sistema sociale aperto.

Applicare concretamente la RSI nella mia azienda è stato determinato da sempre da motivazioni molto forti.

Mi ha spinto innanzi tutto l’essere un imprenditore, colui che è creativo, propenso al rischio, capace di creare e coordinare il lavoro delle persone, di produrre benessere economico, ma pure valore aggiunto. E secondariamente mi ha spinto il concetto di sostenibilità che considera che le performance aziendali debbano essere valutate sia in termini economici che sociali e ambientali.

La sostenibilità è un approccio finalizzato a creare valore nel lungo periodo.

Due ragioni valide per costruire valore. Una grande opportunità per l’azienda, non certo un vincolo.

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Applicare la RSI nella mia piccola azienda, Starbene Group, significa, a oggi, per le risorse umane rispondere agli indicatori di sicurezza dei dipendenti, formazione continua anche sui temi della sicurezza e del primo soccorso, rispetto del piano contrattuale, contributi e agevolazioni, infortuni e malattie; per la comunità, comunicazione e coinvolgimento della cittadinanza (iniziative sociali come il gruppo di cammino “5000 passi”, eventi culturali e sportivi, “porte aperte”, ecc.), ricerca e innovazione, solidarietà sociale (donazioni locali e internazionali, sponsorizzazioni e aiuti umanitari), partnership con associazioni no profit; per l’ambiente, diminuzione delle emissioni inquinanti (uso di detersivi ecologici, riciclo della carta per pulizie, raccolta differenziata dei rifiuti e dei tappi di plastica), riduzione dei consumi delle risorse e dei costi ambientali (luci led per l’energia elettrica, temporizzatore per le docce per l’acqua, termostati per la temperatura dell’aria), conservazione del patrimonio naturale preesistente (alberi secolari nel giardino, uso dell’area verde per le attività motorie e gli eventi, controllo della produzione di anidride carbonica).

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E’ vero che per seguire gli obiettivi della RSI dipende dal settore in cui l’azienda svolge la sua attività, dalle dimensioni dell’impresa, dai contesti locale e socio – ambientale in cui opera, dalla disponibilità economica, dal tempo a disposizione, dalle persone competenti in materia.

L’Italia che conta un numero elevato di piccole e medie imprese, sembra essere in ritardo rispetto ad altri Paesi del Nord Europa e degli Usa, ad esempio, non tanto sul lato legislativo o delle politiche pubbliche quanto sull’impegno delle aziende private.

 Saranno dunque le piccole dimensioni delle imprese a giustificare il ritardo italiano oppure una mancata agevolazione fiscale e burocratica da parte dello stato o, ancora, la scarsa sensibilità dei titolari d’impresa verso un’etica commerciale, sociale e ambientale?

sfide_rsi_5_21_2016Di fatto oggi si riscontra un’attitudine positiva e propositiva delle aziende nei confronti della RSI.

Molti temono che dietro la RSI si nasconda un interesse di “marketing”, una volontà delle aziende di apparire “belle” nelle loro caratteristiche ecologiche, etiche e sociali per ottenere vantaggi sul mercato.

Lo stesso Governo Italiano considera la RSI un fattore di competitività piuttosto che un costo. Ciò lascia intendere che domani le aziende impegnate in iniziative riguardanti la tutela dell’ambiente, nell’area di influenza, il miglioramento o la salvaguardia della qualità di vita lavorativa ed extra lavorativa dei propri dipendenti e loro familiari competeranno eticamente ed efficacemente sul mercato.

Dimostrare che ci sarà davvero una volontà di contribuire al bene della comunità da parte delle aziende investendo nell’ambiente, nelle relazioni, nel capitale umano non è semplice ed è estremamente personale. Ma si voglia o non si voglia, dal 1° gennaio 2017 le imprese con più di 500 dipendenti, secondo la Direttiva europea, saranno chiamate a comunicare informazioni riguardanti la sostenibilità ambientale, sociale, la gestione delle forniture, dei rischi, ecc.

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Se a queste azioni seguiranno anche quelle delle piccole e medie imprese, assisteremo al moltiplicarsi di buoni comportamenti sociali ed ambientali verso un Umanesimo civile.  

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MOVIMENTO E ENERGIA PULITA

La risorsa energetica al più basso impatto ambientale è quella prodotta dalla nostra muscolatura. Non ancora adeguatamente sfruttata, quest’energia si disperde.

Una persona è in grado di produrre mediamente fino a 50 watt di elettricità all’ora mentre svolge la sua attività fisica a ritmo moderato e fino a 200-600 watt all’ora se il ritmo è intenso come nello spinning, ad esempio. Così, con un’ora di attività al giorno saremmo in grado di generare approssimativamente 3 ore di illuminazione pubblica o privata.

L’idea di sfruttare il MOVIMENTO come soluzione per far uso di quella energia che altrimenti andrebbe perduta, precorre il futuro.

Esperienze in America come a Seattle riportano dati interessanti sulla trasformazione dello sforzo fisico in energia per alimentare televisori, impianti musicali e far ascoltare musica semplicemente pedalando.

Nel Regno Unito, con la creazione di palestre all’aperto dotate di una serie di macchine particolari, si inizia a convertire e trasformare l’energia meccanica prodotta dagli utenti in energia pulita. Un display su ciascuna attrezzatura segnala quanta energia espressa in watt si è generata. Quest’ultima può essere convogliata e immessa da un gestore locale nella rete distributiva in accordo con gli enti comunali. Il risultato interessante in futuro è quello di alimentare direttamente l’illuminazione pubblica, le abitazioni di qualche quartiere o semplicemente i lettori MP3, i tablet, i cellulari e qualunque altro dispositivo elettronico…

Sistemi attualmMovimento_energia10_20_2016ente sperimentati tra Stati Uniti e Regno Unito tentano soluzioni di riutilizzo.

Palestre green e centri fitness all’avanguardia si stanno attrezzando per trovare il modo di sfruttare tutta l’energia prodotta dall’attività fisica su macchine da palestra per alimentare e coprire il fabbisogno del centro fitness stesso o incanalarla e immetterla nella rete locale.

Con la creazione di strutture ecosostenibili rivolte a migliorare la salute pubblica attraverso il MOVIMENTO, si è certi che potrebbe accrescere la consapevolezza sul consumo energetico responsabile.

Circa il 75% dell’energia prodotta attraverso il MOVIMENTO su attrezzature da palestra può far risparmiare sulla bolletta elettrica o fornire energia verde gratuita.

L’obiettivo di bruciare calorie per non bruciare combustibili fossili può diventare un fattore stimolante e motivante per migliorare la forma fisica, rispettare la salute e l’ambiente.

Mantenersi in forma rispettando l’ambiente potrebbe essere lo slogan futuro.

Per attivare un sistema così innovativo, domani basterà iniziare a MUOVERSI diventando così, grazie a un monitoraggio preciso e visualizzato su un display in tempo reale, non solo fruitori di una palestra, ma anche i maggiori produttori di energia anziché consumatori.

Se nel mondo anglosassone e americano si progetta e si realizza, se in Cina si sperimenta e si lancia il rivoluzionario concetto dell’energia bruciata durante l’ATTIVITA’ FISICA (calorie e grasso!) per poi essere deviata e convertita in elettricità, in Italia c’è chi da tempo studia e realizza secondo la più recente tecnologia in termini di design, di biomeccanica e di sostenibilità con l’ambiente.

Movimento_energia5_20_2016La linea Artis di Technogym che raggruppa una trentina di macchinari, si ispira al principio dello sviluppo sostenibile: grazie alla loro tecnologia queste attrezzature per il fitness sfruttano al massimo l’attività fisica dei clienti di palestra trasformando i loro sforzi in energia nuova destinata ad alimentare la rete elettrica della palestra. La palestra diventa così eco-friendly riducendo le emissioni nocive come l’anidride carbonica e producendo l’energia che utilizza a tutela dell’ambiente e dell’utenza.

La palestra del futuro potrebbe diventare una piccola centrale elettrica con l’obiettivo dell’autosufficienza energetica. Energeticamente autosufficiente, la palestra futura risponderà ai bisogni della società: risparmio energetico, rispetto ambientale e benessere fisico.

 Le tecnologie innovative tra le quali i dispositivi per il recupero energetico rappresentano un primo approccio verso un’efficace gestione dell’ambiente.

Sarà in futuro il MOVIMENTO una fonte di energia alternativa?

Sarà l’ATTIVITA’ FISICA una modalità per ottenere energia elettrica o meccanica diversamente da ciò che si ottiene dai combustibili naturali o nucleari?

L’interesse attorno a queste attrezzature e alla sperimentazione lascia intendere un nuovo modo di fare MOVIMENTO: nel rispetto della salute e dell’ambiente in cui viviamo.

Anche il MOVIMENTO in acqua può produrre energia pulita. Sfruttando le onde provocate da coloro che nuotano in piscina, è possibile, grazie a un convertitore, produrre elettricità. Secondo gli studi fatti, 10 persone che nuotano possono generare energia per 10 kilowatt/ora e con ciò illuminare la piscina.

In Francia si sta sperimentando un dispositivo per ricavare energia dal MOVIMENTO dei pedoni. Dotando i marciapiedi di elementi sensibili alle sollecitazioni del peso dei passanti, si genera elettricità che viene poi accumulata in una batteria e utilizzata per l’illuminazione pubblica, ad esempio.Movimento_energia8_20_2016

Sono stati progettati dispositivi da inserire nelle scarpe di chi pratica il MOVIMENTO: questa tecnologia consentirebbe di produrre energia elettrica avvalendosi di elementi per il recupero dell’energia, integrati nella suola delle scarpe. Si avrebbe dunque energia elettrica a costo zero, immagazzinata in un secondo momento in micro batterie sistemate nella suola delle scarpe per effetto della deformazione durante i movimenti di chi indossa quelle scarpe specifiche.

Non solo le calzature, ma pure i tessuti. L’interesse per la wearable technology parte dalla costatazione che tutte le persone in MOVIMENTO, soprattutto quelle che si allenano, producono energia cinetica.

Dalla ricerca italiana si basano gli studi sui tessuti in grado di produrre energia dai MOVIMENTI e dalle vibrazioni. Si parla di tessuti composti da fibre di polimeri piezoelettrici nati dalla nanofilatura, una particolare lavorazione delle fibre.

E che dire della lavatrice a pedali, un originale elettrodomestico che consente di mantenerci in forma e di lavare gli indumenti nello stesso momento! Dallo studio e dal progetto di un giovane cinese nasce un nuovo modello di lavatrice sostenibile che combina l risparmio energetico a tutela dell’ambiente con l’ESERCIZIO FISICO.

La ruota della speciale bike è il cestello riempito di panni sporchi che per 20 minuti circa girerà grazie al nostro allenamento e Movimento_energia1_20_2016all’energia del nostro corpo.

 Così come fa una lavatrice tradizionale grazie all’energia elettrica, così questo prototipo immagazzina energia in una batteria sistemata nella ruota posteriore grazie agli allenamenti fino a generare l’energia sufficiente per fare un lavaggio.

La crescente attenzione verso il tema dell’ambiente chiede di educare i cittadini al rispetto degli equilibri naturali.

C’è un’energia pulita, in assoluto la più pulita che è quella che non sprechiamo e che non utilizziamo. Scegliendo di spostarsi a piedi o in bici lasciando l’automobile parcheggiata, decidendo di non alzare il termostato del riscaldamento indossando piuttosto un altro maglione d’inverno, decidiamo consapevolmente di risparmiare quell’energia perché superflua e impariamo a non sprecare.

 Per concludere possiamo sostenere che c’è davvero una nuova frontiera nel campo delle energie rinnovabili e ecosostenibili: oltre ai settori dell’eolico, del fotovoltaico, delle biomasse o della geotermia, c’è il corpo umano con i suoi MOVIMENTI.

Battery

L’obiettivo futuro sarà quello di insegnare alle persone che l’ESERCIZIO FISICO costante unito a uno stile di vita sano possono aiutare se stessi, l’ambiente e contenere i costi.

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Da Domani Mi Muovo – 1 – La Storia
“Questo libro aiuta davvero a pensare di dare un senso a ciò che si fa: non è la capacità tecnica decisiva o l’abilità, ma ciò che si chiede a se stessi.
Atleta o persona semplice che sia, oggi più che mai ciascuno deve sentirlo forte e perseguirlo con determinazione. Il movimento è una necessità.” – dalla prefazione di Deborah Compagnoni.
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Da Domani Mi Muovo – 2 – L’Inizio
“Questo è un libro che riguarda tutti noi, sportivi e non. Fare movimento, fare esercizio fisico aiutano nella vita fino da quando, giovani, pratichiamo lo sport. Scegliere di continuare ci aiuta a sentirci giovani e a mantenerci in salute. Il corpo che abbiamo ci deve accompagnare per un lungo cammino ed il nostro compito è di mantenerlo sempre nelle migliori condizioni possibili.” – dalla prefazione di Alberto Tomba
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4.SCOPRI IL METODO “Da Domani mi Muovo” (GUARDA IL VIDEO)

Un video corso di 19 lezioni dove Roberto Travan ti accompagnerà in un percorso di cambiamento per migliorare la tua salute.
GUARDA ORA IL VIDEO

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