ATTIVITA’ FISICA TRA LAVORO, VITA PRIVATA E ISTRUZIONE

E’ molto frequente nella vita di ciascuno constatare quanto i problemi personali e familiari creino interferenze con il rendimento lavorativo, limitino la concentrazione, alterino l’umore, guastino le relazioni interpersonali, impediscano di dare il meglio.Attivita fisica e lavoro_2_5_2017

E viceversa, è comune a tutti coloro che lavorano nei più svariati ambiti, portare a casa gli effetti delle pressioni e dei conflitti lavorativi, le problematiche e i disagi irrisolti riversandoli su famiglia e amicizie.

Che siano i rapporti interpersonali coi colleghi, con i superiori, le condizioni dell’organizzazione, i contenuti dell’attività lavorativa e gli aspetti temporali della giornata di lavoro a causare lo stress, molti ne soffrono e inevitabilmente riversano nella loro vita tra le mura di casa le conseguenze.

Lo stress correlato al lavoro influisce sulla salute e contemporaneamente sulla vita familiare come le pressioni provenienti da problemi di natura privata espongono gli individui a problematiche di salute psico-fisica e di performance, efficienza, adattamenti lavorativi.Attivita fisica e lavoro_5_5_2017

Lo scarso equilibrio tra vita privata e vita lavorativa può avere un effetto dannoso sullo stato di salute e benessere della persona.

Studi condotti negli USA in collaborazione con prestigiose università americane hanno sottolineato l’importanza dell’
attività fisica svolta regolarmente nel migliorare il rapporto che ogni individuo gestisce personalmente tra ambito lavorativo e vita privata.

 L’analisi dei risultati di questi studi fa emergere che esercizio fisico e movimento riducono Attivita fisica e lavoro_3_5_2017considerevolmente lo stress (psicologico) del soggetto che li pratica settimanalmente oltre che migliorare lo star bene con se stessi e la propria salute in genere.

Responsabilizzandosi maggiormente nelle questioni familiari e lavorative, si è in grado di ristabilire un migliore equilibrio psico-fisico sul lavoro e a casa, oltre che un rendimento più elevato.

Un’ alta percentuale di soggetti presi in esame ha però rivelato la scarsa propensione a dare continuità al movimento raccomandato. In particolare coloro che svolgono mansioni manuali sono i più restii a trovare il tempo e la volontà di allenarsi periodicamente, mentre coloro che vengono assorbiti da lavori sedentari d’ufficio fino ad arrivare ai ruoli manageriali si mostrano più assidui e partecipativi.

Già nel 2000 le indagini ISTAT rilevavano quel rapporto inverso tra praticare attività fisica regolarmente da adulti e titolo di studio: non lo faceva il 20,2% dei laureati contro il 45,1% di chi aveva licenza elementare o nessun titolo.

Attivita fisica e lavoro_4_5_2017Il livello di istruzione rappresenta quel fattore determinante nella scelta di muoversi o meno da parte dei lavoratori. Pare che sia più alta la probabilità di praticare una regolare attività fisica tra coloro che hanno un livello d’istruzione medio-alto. Ciò non comporta necessariamente il raggiungimento di diplomi, lauree e corsi master, bensì l’inclinazione ad accedere a informazioni utili ad estendere la propria conoscenza. Con il grado di conoscenza più ampio, con tutta probabilità si diventa consapevoli che movimento ed esercizio fisico facciano bene.

I soggetti che conducono attività fisica con regolarità mostrano di essere più sicuri di sé e di essere in grado di gestire meglio le influenze del proprio lavoro con la vita privata uscendone meno stressati. Una ragione c’è: praticare con costanza del movimento significa assentarsi contemporaneamente dal mondo lavorativo e da quello familiare per ritrovarsi con sé stessi e con il proprio corpo lontani da ogni sorta di conflittualità.

L’ attività fisica distrae l’individuo dai pensieri ansiogeni mentre alcuni studiosi parlano di intervento dei sistemi neurali noradrenergici e serotoninergici a favore di un effetto terapeutico, o meglio, un effetto dopante naturale e fisiologico per il cervello!

L’ attività fisica è un comportamento di protezione della salute che l’individuo adotta per sé.

Per la psicologia attenta all’aspetto psico-sociale, l’attività fisica consente lo svago, la distrazione dai propri problemi, il Attivita fisica e lavoro_8_5_2017miglioramento dell’immagine di sé, della percezione del sé fisico, della propria autostima, della padronanza di sé, il piacere di praticare l’attività fisica in un contesto naturale, in gruppo o soltanto con un amico/familiare.

Un’attività fisica praticata all’aperto può determinare un importante cambiamento a livello dell’asse ipotalamo-ipofisi. L’esposizione alla luce durante l’esercizio fisico, inoltre, può contribuire al miglioramento dell’umore grazie alla produzione di testosterone e melatonina.

Le quantità minime di attività fisica per raggiungere buoni effetti sono:

  • da 3 a 5 volte a settimana
  • da 20 a 60 minuti per volta (30 min è l’ideale)
  • ad una frequenza cardiaca compresa fra il 55% e il 90% di quella massima per ciascun individuo.

L’attività fisica riduce l’ansia se praticata per almeno 3-4 mesi consecutivi. Per ottenere migliori effetti terapeutici è importante scegliere la tipologia di esercizio. Gli esercizi aerobici e ritmici contraddistinti da movimenti rapidi e carichi leggeri, risultano utili fin dall’inizio.

Prendersi cura dedicandosi ad un’attività fisica regolare è la prima azione da intraprendere. Sapendo che l’equilibrio psico-fisico non è una condizione immutevole, costante e che è condizionato dai _AV_9724contesti lavorativi, familiari, culturali e di istruzione, va da sé che vengano sempre fatti quegli aggiustamenti necessari, tra i quali la pratica dell’attività fisica, per riportare il proprio equilibrio allo stato migliore.

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