ABBIAMO UN CORPO FATTO PER MUOVERSI!

Abitiamo il nostro corpo per un’intera esistenza e diamo per scontata la meraviglia del suo funzionamento. E non siamo al corrente che il nostro corpo è un compromesso tra forza e mobilità.

Ma come siamo riconoscenti a questo prodigio della natura? 

Buona parte di noi praticando poca attività fisica, non curando troppo l’alimentazione, lasciandolo appesantire e ammalare lentamente.

L’importanza di muoverci, soprattutto per garantirci una vita sana ha una sua storia che si rivela solo alla fine degli anni Quaranta con uno studio condotto in Gran Bretagna sui conducenti e bigliettai degli autobus a due piani di Londra.

Il dott. Morris del Medical Research Council si era reso conto che ogni giorno in ciascun mezzo di trasporto a due piani c’era un conducente che trascorreva l’intera sua giornata lavorativa stando sempre seduto e un bigliettaio che, al contrario, stava tutto il tempo in piedi e non solo, ma saliva e scendeva i gradini tra i due piani dell’autobus innumerevoli volte durante il suo turno di lavoro.

Il dott. Morris studiò per due anni i due gruppi di 35.000 conducenti e bigliettai a confronto per capire quanto l’aumento dell’incidenza di infarto e coronaropatia si associasse al livello di attività fisica fatta. Scoprì che, pur tenendo conto di molte variabili e, a prescindere dalla loro forma fisica, i conducenti presentavano il doppio delle probabilità di avere un infarto, perché sedentari, rispetto ai bigliettai sempre in movimento.

Era la prima volta, in una Gran Bretagna che si stava riprendendo dal conflitto mondiale, che uno studioso dimostrava il legame diretto e misurabile tra attività fisica e condizione di salute.

Dagli anni 40 in poi gli studi per avvalorare la tesi che muoversi di più produca innumerevoli benefici ci sono moltiplicati.

Non c’è organo, apparato o sistema nel nostro corpo che non abbia influenze positive dalla pratica dell’attività fisica.

Camminare con regolarità e costanza, ad esempio, riduce il rischio di infarto, di ictus e di diabete, rafforza le ossa e potenzia il sistema immunitario, stimola la produzione e regolazione degli ormoni, abbassa notevolmente le probabilità di tumori come quello al seno e al colonretto, migliora l’umore, ritarda l’invecchiamento e la senilità.

Se scoprissero un farmaco con gli effetti di un’attività fisica di moderata intensità (leggi l’articolo del blog “Movimento nuovo farmaco”) il successo sarebbe a livello mondiale.

Quanta attività fisica occorre fare, dunque?

Certo non esiste un numero preciso e universale perché qualunque tipo di attività fisica fa bene, in realtà, se adatta alle proprie caratteristiche e praticata con costanza nel tempo. E anche se da anni l’ OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) si batte per coinvolgere tutte le fasce di popolazione e di età con una precisa quantità di attività fisica raccomandata (leggi l’articolo del blog “La piramide dell’attività fisica”), c’è da precisare che gli stessi obiettivi consigliati e quantificati sono stati definiti tali perché generalmente alla portata di tutti e non per le reali capacità delle persone.

Il problema è che di esercizio fisico ne facciamo davvero poco e soprattutto non con regolarità e costanza.

Per essere i discendenti di antenati cacciatori-raccoglitori che in media percorrevano circa 30 km al giorno e che avevano corpi snelli e atletici per attivarsi quasi sempre, noi siamo molto lontani dall’assomigliare a loro.

I nostri progenitori, inoltre, per far fronte a periodi di magra, immagazzinavano i grassi come riserva di carburante, mentre noi abbiamo grasso stoccato nel nostro corpo per affrontare una vita sedentaria senza movimento!

Di scorte addosso ne abbiamo molte e tanti di noi, da non rendersene più conto. E dato che la capacità di adattamento è tipica dell’uomo, oggi tutti adattiamo il nostro comportamento (quello di accettarsi sovrappeso perché sedentari e inattivi! Leggi l’articolo del blog “Sedentari o inattivi?”) ad un modello che è socialmente condiviso.

Si ingrassa ovunque, nel mondo, per mancato movimento. Ma i dati statistici più interessanti relativi alla popolazione degli Stati Uniti sono quelli riguardanti l’aumento di massa: una donna pesa in media oggi quanto un uomo nel 1960! In sessant’anni il peso medio di una donna è salito da 63,5 a 75,3 kg e quello medio di un uomo da 75,3 a 89 kg. D’altra parte non ci vuole molto a ingrassare: senza attività fisica che lo bruci anche un biscotto alla settimana si trasforma in un kg di peso in più all’anno!

Il risvolto drammatico è che molti bambini sovrappeso oggi saranno obesi domani con un conseguente accorciamento della loro vita rispetto ai propri genitori per disturbi legati al peso.

Si sa che dimagrire è difficile, ma come minimo, ed è veramente il minimo che si possa fare, dovremmo alzarci più spesso e muoverci un po’.

Alzarci dalla sedia o dalla poltrona brucia 107 calorie all’ora, camminare ne brucia circa 180. In uno studio condotto con dei volontari che sperimentavano una serata a guardare la televisione, si ha avuto come risultato il consumo di 65 calorie in più all’ora cioè circa 240 nell’arco della serata per coloro che ad ogni pausa pubblicitaria si alzavano dal divano e gironzolavano per la stanza muovendosi liberamente.

Anche solo stare più a lungo in piedi rispetto a chi sta a lungo seduto senza fare interruzioni comporta un consumo di energia maggiore (leggi l’articolo del blog “Perché troppo fermi e seduti fa male?”).

Il solo esistere comporta un certo dispendio energetico. Come riferisce James Levine esperto di obesità alla Mayo Clinic e all’Arizona State University la “termogenesi da attività non associata all’esercizio fisico”  rappresenta il consumo calorico di base in una qualunque giornata. Così cuore, cervello e reni ne consumano circa 400 al giorno, il fegato ne consuma 200, ma questo non giustifica l’inattività.

Muoversi di più dà suoi risultati in termini di benessere e di salute, ma ciò che sembra davvero rilevante è che chi ha l’abitudine di fare costantemente attività fisica tende ad avere anche uno stile di vita più sano, a curare l’alimentazione misurandone le quantità e la qualità e ad ottenere quei risultati di migliore forma e condizione fisiche che stando seduti non ci sarebbero.

L’attività fisica costante e una corretta alimentazione non garantiscono una vita più lunga, ma aumentano la probabilità di averla, la vita e una vita di certo migliore!

* da “Breve storia del corpo umano” – Bill Bryson – Ugo Guanda Editore


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PERCHE’ MUOVERSI IN MODO “NATURALE” ?

E’ crescente oggi l’attenzione per il “naturale”, per tutto ciò che rappresenta un ritorno alle origini, alla Natura, alla semplicità.

Naturale_9bis_7_2017Dal cibo alle pratiche, dal design all’ambiente, dalle forme alle attività, anche l’esercizio fisico diventa naturale.

Se naturale significa normale, umano, connaturato, relativo alla natura, allora muoversi in maniera naturale vuol dire non rompere il legame che l’uomo ha con la Natura e con l’ambiente in cui vive.

Ma il movimento è già di per sé naturale perché e connaturato all’individuo  e al soddisfacimento dei suoi bisogni e delle sue funzioni nonché alla garanzia di salute.

Le necessità quali procurarsi cibo, acqua e riparo, fuggire, difendersi e lottare, cambiare posizione nello spazio, sopravvivere, evitare i pericoli delle condizioni ambientali e atmosferiche avverse, oggi soddisfatte senza alcun dispendio energetico, rimangono pur sempre attività fisiche naturali da compiere quotidianamente. Praticare queste attività come un tempo i nostri antenati della Savana o ancor oggi gli indigeni in qualche lontana parte del mondo, significa restare in salute.Naturale_2tris_7_2017

La vita è movimento e tutto ciò che è vivente si muove, cambia e si trasforma.

Già tra il 1875 e il 1957 Georges Hébert,  insegnante francese specializzato in educazione fisica, era giunto alla consapevolezza, attraverso i suoi viaggi, che le popolazioni indigene avevano caratteristiche fisiche di robustezza, flessibilità, agilità e resistenza, avevano fisici tonici e asciutti, erano in salute e in grado di destreggiarsi tra le diverse abilità fisiche e adattive grazie alla loro esistenza trascorsa in natura. Da qui lo studio di un metodo di allenamento fisico il cosiddetto Metodo Naturale, basato su esercizi presi da attività naturali quali camminare, correre, saltare, arrampicarsi, rimanere in equilibrio, lanciare, sollevare, nuotare, spostarsi su 4 appoggi, difendersi.

Naurale_4_7_2017

L’efficienza, la prestanza fisica e la salute dei nostri predecessori nella Savana e degli indigeni erano e sono la conseguenza naturale di un’armonizzazione con l’ambiente grazie ad un continuo esercizio fisico vitale e naturale.

L’uomo ha la struttura fisica dei primati, gli animali arboricoli, che, oltre alle abilità del cammino e della corsa come locomozione bipede, sono in grado di arrampicarsi.

Riattivare questi movimenti fisiologici e antichi dimenticati dall’attuale civiltà tecnologica, significa influenzare positivamente l’organismo sia da un punto di vista fisico che mentale.

Tali movimenti naturali consentono una distribuzione uniforme del lavoro muscolare di dorsali, pettorali, bicipiti, tricipiti, quadricipiti, ecc. così da sviluppare armoniosamente e naturalmente il fisico.  Come  gli indigeni e gli antenati della Savana, il corpo risulta essere più tonico, muscoloso, asciutto, ben proporzionato, scattante, agile e performante.

Gli esercizi a corpo libero con o senza carichi, considerati naturali, possono essere, ad esempio:

la trazione sulle braccia dalla sospensione alla sbarraNaturale_13_7_2017

i piegamenti sulle braccia da corpo prono proteso su 4 appoggi

i piegamenti sulle gambe

la posizione statica del corpo prono proteso su 4 appoggi

gli affondi avanti o dietro su una gamba

la flessioni del busto in varie posizioni.

L’attività fisica è naturale quando risulta adatta alla specie umana e, essendo fondamentale per la sopravvivenza, quando è praticata giornalmente.

Naturale_3_7_2017Camminare a piedi scalzi, arrampicarsi, muoversi all’aria aperta è un allenamento propriocettivo che porta anche al miglioramento delle prestazioni mnemoniche e cognitive. Quando l’ambiente e il terreno circostanti si modificano continuamente, lo stimolo alla memoria diventa importante perché il cervello deve aggiornare le proprie informazioni per un continuo e migliore adattamento.

Il movimento naturale è sano e sostenibile a livello fisico quando è in grado di migliorare o mantenere la flessibilità, l’articolarità, la forza, la resistenza, l’equilibrio, la postura, la respirazione e tutte le potenzialità in genere del corpo nel rispetto dell’età e delle condizioni fisiche dell’individuo umano.

Ritornare alla naturalità significa esplorare e conoscere il movimento in direzione di nuove possibilità e abilità, di nuovi equilibri e di una nuova identità fisica. Significa recuperare le capacità dinamiche del corpo di adattarsi, di rispondere alle varie situazioni, di riprogrammarsi in modo funzionale e sano.Naturale_15_7_2017

L’uomo ha bisogno di utilizzare tutte le sue abilità fisiche, ha bisogno di recuperare tutti i movimenti che appartengono al suo corpo al fine di sviluppare tutto ciò che gli consente di essere in salute.

*Articolo coperto da Copyright.

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