MOVIMENTO IN BICICLETTA

Pedalare piace a tutti, adulti e bambini. Saranno le endorfine a renderci felici, gli ormoni del buon umore prodotti dall’organismo quando facciamo un’attività fisica non troppo intensa e di lunga durata oppure quel senso appagante di libertà…

Bicicletta_2_7_2016Numerosi studi scientifici che hanno analizzato l’impatto dell’andare in bicicletta sull’organismo e i benefici sul cervello, sono concordi sull’evidenza che pedalare fa bene alla salute, abbassa lo stress, diminuisce la depressione e regala benessere. E’ un’attività a basso impatto indicata anche per le persone in età che, a differenza della corsa, impedisce che si esercitino pressioni esagerate sulle articolazioni degli arti inferiori causa di patologie muscolo – scheletriche e articolari. Più del 50 % del peso corporeo si scarica sulla sella così da non sollecitare e logorare troppo ginocchia e anche; ideale allora per chi è in sovrappeso e
vuole perdere i chili di troppo senza danneggiare le articolazioni.

I benefici che la bici regala alla salute sono superiori ai rischi che si corrono andando lungo le strade più trafficate o ai problemi legati all’esposizione agli inquinanti atmosferici.

E’ un’attività di resistenza e come tale migliora la ventilazione polmonare e protegge il cuore dalle malattie cardiovascolari perché Bicicletta_4_7_2016pedalare, come l’esercizio fisico in genere, rende elastica la parete endoteliale di tutti i vasi. Durante il movimento i vasi sanguigni si dilatano, l’irrorazione aumenta, i vari organi ricevono più sangue e maggiore ossigenazione. L’organismo lavora così in maniera efficace, intensa ed economica.

Andando in bicicletta impariamo un po’ cos’è la fatica, cosa significa salire e scendere mentre scopriamo luoghi che rimarranno impressi più a lungo che in automobile.

Si può pedalare con spirito agonistico oppure con il piacere di osservare i paesaggi intorno fermandosi per un caffè o per assaporare le specialità gastronomiche locali: in ogni caso si è scelta un’attività che coniuga piacere, divertimento e forma fisica.

Ogni volta che si mette in sella, l’uomo promuove una trasformazione che lo vede passare dalla condizione di individuo che cammina a quella di individuo che pedala. Si crea quel complesso uomo – bicicletta che, per una finalità sportiva o dilettantistica, deve tener conto di alcuni fattori e di alcune esigenze.Bicicletta_1_7_2016
La ricerca della posizione ottimale sulla bici porta a soddisfare i due principi soggettivi quali il comfort e la corretta biomeccanica e risulta utile sia al principiante che al ciclista esperto. La posizione determinata dall’altezza della sella, la posizione del manubrio, la distanza sella – manubrio, l’assetto del lavoro degli arti inferiori con gli angoli del ginocchio, prevengono l’insorgenza delle problematiche dell’apparato locomotore e migliorano la performance. Tutto ciò consente di pedalare in maniera armonica, di esprimere al meglio le proprie potenzialità e di rimanere in sella piacevolmente a lungo. Qualche volta c’è effettivamente una sofferenza a stare sulla sella insieme a bruciori alle gambe e ai polpacci: basta allora pedalare per qualche secondo fuori sella, cioè non seduto, ogni 15 minuti. E non è vero che fa male alla prostata o che i ciclisti rischiano infezioni uro – genitali, disfunzione erettile o infertilità! Secondo recenti studi britannici del University College di Londra, non esiste un legame tra l’andare in bicicletta e l’insorgenza di problemi legati alla salute maschile.

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Fu Leonardo da Vinci nel suo “Codice Atlantico” a tracciare lo schizzo di un mezzo che possiamo far risalire verosimilmente alla bicicletta. Ma la bicicletta nasce circa 200 anni fa, di legno senza freni ed ammortizzatori, senza sterzo ne pedali. E da quel momento l’uomo ha imparato a far diventare istintivo un movimento che istintivo non era.

Pedalare diventa nel tempo un modo ecologico per sintonizzare il corpo con lo spazio e accordare la vita con il tempo.

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Davvero nulla come la bicicletta intende libertà e umanità: questo straordinario mezzo a due ruote consente di spostarsi a ritmi sostenibili, di raggiungere e visitare anche luoghi impensabili.

*Articolo coperto da Copyright.

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“Questo libro aiuta davvero a pensare di dare un senso a ciò che si fa: non è la capacità tecnica decisiva o l’abilità, ma ciò che si chiede a se stessi.
Atleta o persona semplice che sia, oggi più che mai ciascuno deve sentirlo forte e perseguirlo con determinazione. Il movimento è una necessità.” – dalla prefazione di Deborah Compagnoni.
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“Questo è un libro che riguarda tutti noi, sportivi e non. Fare movimento, fare esercizio fisico aiutano nella vita fino da quando, giovani, pratichiamo lo sport. Scegliere di continuare ci aiuta a sentirci giovani e a mantenerci in salute. Il corpo che abbiamo ci deve accompagnare per un lungo cammino ed il nostro compito è di mantenerlo sempre nelle migliori condizioni possibili.” – dalla prefazione di Alberto Tomba
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