COME COMBATTERE IL DIABETE CON L’ATTIVITÀ FISICA

Secondo alcuni studi epidemiologici si stima che nel 2035, a livello mondiale, arriveremo a 595 milioni di casi di diabete se non ci impegnamo ad informare al riguardo attraverso continue campagne educative.

Oggi tutti corriamo i rischi di un eccesso di zuccheri nella nostra alimentazione e viviamo in un ambiente definito dai nutrizionisti obesogeno.

AF diabete_3_10_2019È vero che lo zucchero, il cosiddetto glucosio è uno dei principali nutrienti delle cellule necessario a produrre energia per il funzionamento dell’intero organismo, ma il consumo di zucchero al giorno, secondo l’OMS, dovrebbe aggirarsi intorno ai soli 25 gr. cioè 5 cucchiaini compreso quello nascosto nelle bevande pronte da bere e nei cibi confezionati (una lattina di cola o aranciata ne contiene già 35 grammi!).

Il glucosio entra nelle nostre cellule grazie all’insulina, l’ormone regolatore dei livelli nel sangue, prodotto dal pancreas, ma quando lo zucchero è presente in quantità elevata (nel sangue il valore è espresso dalla glicemia che in questo caso si alza) il lavoro del pancreas diventa esagerato nella continua produzione di insulina. Lo sforzo eccessivo del pancreas, alla lunga, causa una resistenza all’insulina e spiana la strada al diabete.

Il diabete è la più comune tra le malattie metaboliche  e riguarda l’impossibilità dell’organismo di metabolizzare correttamente gli zuccheri (carboidrati, amidi, glucidi, fruttosio, ecc.) causa una produzione di insulina ridotta o inefficace nel fare entrare il glucosio nelle cellule.

Il diabete di tipo 2 è senza dubbio quello più conosciuto e più frequente: quasi il 90% dei diabetici, infatti, fa i conti con il diabete di tipo 2 che insorge in età adulta ed è caratterizzato da un malfunzionamento del pancreas principalmente a causa di abitudini alimentari scorrette e mancanza di movimento.AF diabete_8_10_2019

Sì, perchè l’inattività fisica è il primo fattore di rischio di sviluppare il diabete di tipo 2!

Ma c’è pure un diabete di tipo 1 insulino-dipendente che colpisce in età giovanile ed è una malattia autoimmune in cui il sistema immunitario distrugge le cellule del pancreas responsabili della secrezione e produzione di insulina. Altre forme di diabete riguardano quello gestazionale, frequente nelle donne in gravidanza e il diabete secondario a malattie che interessano il pancreas o ad alterazioni ormonali.

In tutti questi casi l’organismo non riesce a smaltire il glucosio nel sangue e, se per il diabete di tipo 1 c’è bisogno anche di un trattamento farmacologico a base di misurate dosi di insulina, per tutti gli altri basta davvero un’alimentazione bilanciata per mantenere sotto controllo il livello di zucchero nel sangue insieme ha un’attività fisica quotidiana.AF diabete_5_10_2019

Si sa che l’attività fisica è indispensabile per mantenere o migliorare la condizione generale di salute, ma per prevenire o gestire il diabete, diventa vitale.

Come può l’attività fisica agire sul diabete?

Prima di tutto muoversi influenza il metabolismo ovviamente tenendo presenti le caratteristiche di ciascun individuo, il tipo di attività fisica praticata, la sua intensità e la sua durata. I soggetti con diabete di tipo 2 sono di solito in sovrappeso o addirittura obesi, in particolar modo a livello addominale, sedentari e sono diventati diabetici perché, a causa del peso corporeo in più, hanno un fabbisogno aumentato di insulina la cui quantità prodotta non è adeguata.AF diabete_4_10_2019

I benefici dell’attività fisica sul metabolismo si evidenziano nella riduzione dei livelli dei trigliceridi e del colesterolo cattivo (Ldl) a vantaggio di quello buono (Hdl); con l’attività fisica si bruciano parte delle scorte di grasso e si favorisce la perdita di peso corporeo.

È molto utile sapere che, perdendo il 5% del proprio peso corporeo (soltanto con l’attività fisica e un piano alimentare adeguato) il diabete può essere gestito più efficacemente della terapia farmacologica! e che, per esempio, una pizza margherita ha bisogno di circa 100 minuti di camminata per essere consumata, che 3 cioccolatini hanno bisogno di 30 minuti, un piatto di pasta, 80-90 minuti di attività fisica, un bicchiere di vino, 20-25 minuti e una fetta di dolce, 120-130 minuti! Ma, più importante di ogni cosa, con l’attività fisica si consuma lo zucchero: il glucosio immagazzinato nel corpo, sempre disponibile e il glicogeno ovvero le numerose piccole cisterne di zucchero contenute nei muscoli e nel fegato. Con l’attività fisica dunque, si abbassa il livello di glicemia nel sangue e il fabbisogno di insulina si riduce favorendone un miglior utilizzo. Non solo: gli effetti dell’attività fisica si manifestano anche sulla capacità del fegato di utilizzare lo zucchero e in un considerevole aumento dell’energia fisica.

Allora, come e quanto muoversi?

AF diabete_2_10_2019Chi ha il diabete e decide di praticare dell’attività fisica o uno sport deve poter valutare le proprie capacità metaboliche e tenere conto che il suo approccio al movimento sarà diverso da quello di una persona non diabetica.

In generale, l’attività fisica di tipo aerobico, costante e regolare (in cui il glucosio viene utilizzato completamente in presenza di ossigeno e fornisce energia), fatta di movimenti ritmici e continui da parte dei grandi gruppi muscolari, con uno sforzo fisico prolungato nel tempo, di intensità leggero- moderata tanto da mantenere le pulsazioni cardiache costanti come camminare, pedalare, nuotare, correre lentamente o alcuni sport, è quella più indicata.

Trenta minuti al giorno per un totale di circa 3 ore alla settimana è la posologia giusta che rientra in un programma di prevenzione e, nel contempo, in un piano di trattamento del diabete come farmaco (Il movimento, nuovo farmaco) oltre che come stile di vita. La quantità minima di attività fisica non deve scendere sotto i 150 minuti a settimana distribuiti in 30 minuti per 5 giorni alla settimana per poter mantenere i livelli glicemici nei valori consentiti.

Picture of sporty people running on treadmill in gym

Picture of sporty people running on treadmill in gym

Così, una passeggiata quotidiana di minimo 30 minuti a passo sostenuto si traduce immediatamente in benefici sia per il diabete che per il pre-diabete, quella condizione ad elevato rischio di progressione verso l’iperglicemia, primo campanello d’allarme da non sottovalutare.

In caso di diabete di tipo 1, l’attività fisica non ha controindicazioni se il soggetto è in buon compenso glicemico e non ha complicazioni, ma non va improvvisata. La persona con diabete di tipo 1 deve fare però molta attenzione: i meccanismi metabolici delegati all’approvigionamento dell’energia muscolare sono alterati e durante l’attività fisica la glicemia può scendere in ipo o salire in iper.

Per un diabetico dunque è essenziale mantenere il controllo glicemico prima, durante, dopo l’attività fisica e sviluppare una particolare abilità nell’autogestirsi.

Syringe and medical drugs for diabetes, metabolic disease treatment

Iniziando con una lenta e regolare attività fisica e con la competenza di figure professionali come il diabetologo, il laureato in scienze motorie e il medico di base, il diabetico può contare sulla personalizzazione del suo allenamento, dell’assunzione di carboidrati e dell’uso di insulina.

L’attività fisica è di vitale importanza proprio come lo è un farmaco salva-vita e se nella cura del diabete si ricorre ai farmaci, è bene sapere che questi non sostituiscono in alcun modo l’esercizio fisico e un’alimentazione corretta perché sono in grado solo di integrarli.

Chi da tempo fa i conti con il diabete sa che muoversi, magari socializzando, aiuta a percepirsi persone con il diabete e non malati di diabete; sa che non deve vivere la vita come una condizione che pone restrizioni assolute togliendo la libertà.

È vero che il diabete va tenuto sempre sotto controllo, che la torta di compleanno, la brioche al bar o un buon bicchiere di vino alla fine si pagheranno, ma con una costante e regolare attività fisica ogni tanto ci si può sentire liberi di farlo.

La qualità della vita può cambiare se l’impegno a muoversi quotidianamente è rispettato. tapis-roulant_7_6_2019Infondo il diabete non è la condizione attraverso la quale si svolge l’esistenza di una persona e neppure un’ossessione, bensì uno dei tanti aspetti della vita che trova nell’attività fisica, nella volontà di praticarla organizzando il tempo e mantenendo una stabile motivazione, una decisiva soluzione.

Fonte:

  • SID Società Italiana di Diabetologia
  • American Diabetes Association (ADA) Standards of Medical Care in Diabetes – 2018 – rivista Diabetes Care

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PRESSIONE ALTA E ATTIVITÀ FISICA

Che il valore limite della nostra pressione sanguigna massima e minima, da non superare sia 140/90 come sostengono i cardiologi europei o 130/80 come vogliono gli specialisti americani, importante è misurarla.Pressione e AF_1_9_2019

Trovarsi tra i 15 milioni di italiani con ipertensione, tra i 5 milioni di persone che sono ipertese, ma non sanno di esserlo o tra quella percentuale, 15-20% stimata, di futuri casi, non fa differenza. Ciò che importa è mantenere la propria pressione nei giusti limiti per ridurre il rischio di patologie e di conseguenze gravi perché già con l’età tende ad alzarsi.

Il primo consiglio dato dalle linee guida dei cardiologi è infatti di correggerla non appena se ne ha conferma per evitare che si alteri strutturalmente l’intero apparato cardiovascolare. Tempestività, dunque, perché soltanto agendo in tempo è molto probabile che si possa procrastinare la terapia farmacologica o non avere resistenze ad essa.

Non solo, ma mantenere la pressione nei giusti valori significa anche ridurre il rischio di scompenso cardiaco, infarto, angina pectoris, fibrillazione atriale e di alterazione a organi come gli occhi (retinopatia), i reni (insufficienza renale), il cervello (ictus) perché le pareti dei vasi sanguigni vengono meno danneggiate e rimangono elastiche.

Pressione e AF_2_9_2019Tenere sotto controllo la pressione deve diventare una regola di prevenzione per rimanere più a lungo sani, ma è lo stile di vita che deve prima di tutto cambiare. Quando pridilegiamo un regime alimentare ricco di vegetali (verdura e frutta) cereali integrali (fibre), pochi grassi e proteine animali, un basso apporto di sale (sodio) e pratichiamo del movimento, siamo senza dubbio in grado di perdere peso in eccesso e di abbassare il valore della pressione (perdere 4/5 kg di peso corporeo può già abbassare la pressione!). Il peso elevato, l’alimentazione scorretta e la mancanza di movimento sono gli indicatori su cui intervenire modificando le proprie convinzioni e le proprie abitudini.

L’attività fisica rappresenta da sempre l’approccio terapeutico più immediato dell’ipertensione così come la migliore soluzione per chi vuole evitare di essere iperteso domani. E non è necessario diventare degli sportivi o degli atleti per avere dei benefici. Ogni volta che facciamo attività fisica la pressione cala sensibilmente.Pressione e AF_5_9_2019

L’attività fisica più efficace e raccomandata è quella di tipo aerobico o cardiovascolare purché fatta in modo regolare. Che sia di bassa intensità e breve durata o di moderata intensità come camminare, nuotare o pedalare in bicicletta deve consentire di respirare senza affanno, con un continuo apporto di ossigeno e di parlare mentre la si pratica.

Per essere efficace l’attività fisica deve durare almeno 20-30 minuti ogni sessione in modo continuativo ed essere praticata tutti i giorni o almeno 5 giorni alla settimana perché solo in questo modo si può garantire un effetto sull’integrità del sistema cardiovascolare e un controllo sui valori della pressione.

Pressione e AF_8_9_2019Muoversi, dunque, favorisce una diminuzione dei livelli pressori sia durante la seduta di attività fisica che immediatamente dopo; e anche se la diminuzione di pochi millimetri di mercurio può sembrare poco significativa, la riduzione dei rischi (ictus e infarto ad esempio) e della mortalità per cause cardiovascolari, al contrario, diventa importante.

L’ipertensione arteriosa non è una patologia, ma un fattore di rischio per molte malattie oltre che l’indicatore di una vita breve. Va da sé che debba essere costantemente controllata. Ma come agisce l’attività fisica sull’organismo che, proprio come un farmaco (vedi l’articolo “Movimento, nuovo farmaco”), abbassa il valore della pressione?

Pressione e AF_7_9_2019Sembra che la riduzione della pressione arteriosa, grazie all’attività fisica, sia determinata da una diminuzione delle resistenze di tutti i vasi sanguigni periferici. Un meccanismo che interessa il sistema nervoso simpatico e particolari ormoni ad azione vasocostrittrice, riduce la loro attività neuro-ormonale rendendo più pervi i vasi sanguigni. L’attività fisica costante e protratta nel tempo stimola, quindi, la vasodilatazione e aumenta anche la funzione dell’endotelio (pareti interne dei vasi sanguigni) oltre che favorire l’aumento della lunghezza del diametro dei nuovi vasi sanguigni (processo di angiogenesi).

Muoversi riduce lo stress ossidativo e lo stato infiammatorio dell’organismo che si associano normalmente alla pressione alta.

Ma non basta. Muoversi privilegiando l’attività fisica degli arti inferiori, nella marcia ad esempio, migliora il meccanismo di eliminazione dei liquidi come se prendessimo i diuretici. Anche lo stress si riduce di livello se pratichiamo attività fisica: lo stress, l’ansia e la qualità del sonno sono fattori responsabili dell’innalzamento della pressione sanguigna, pertanto muoversi può regolare ogni valore e diminuire così il lavoro il cuore che altrimenti, alla lunga si scompensa.

Allora aumentiamo il livello di attività fisica oPressione e AF_6_9_2019 iniziamo a farlo!

Camminare, marciare, correre, salire e scendere le scale, nuotare, andare in bicicletta con una frequenza da 3 a 5 volte alla settimana, una durata da 20 a 60 minuti, uno sforzo muscolare pari al 40-70% del massimo teorico abbassa la pressione con lo stesso effetto di una mono-terapia farmacologica anti-ipertensiva. Ma pure alternare l’attività fisica di tipo aerobico sopra citata (per sviluppare la resistenza muscolare) a esercizi di tonificazione (per sviluppare la forza muscolare) richiama il sangue da un gruppo muscolare ad un altro stimolando la microcircolazione capillare e quella dei vasi principali.

E se l’intera rete sanguigna funziona bene, il cuore è meno sottoposto a stress e il colesterolo non si deposita facilmente sulle pareti dei vasi creando le ben note placche.

Consigliare la giusta attività fisica, prescriverla e insegnarla correttamente a coloro che vogliono tenere sempre sotto controllo la pressione è compito del medico e del personale esperto in movimento ed esercizio fisico.

Le condizioni fisiche di partenza della persona, l’età, il peso corporeo, i fattori di rischio, le patologie in corso vanno tenuti conto e richiedono una stretta collaborazione fra le figure qualificate per evitare quell’ autonomia del fai-da-te senza obiettivi realistici e salutari.Pressione e AF_3_9_2019

La pratica costante di un’attività fisica adattata alle esigenze della persona permette di verificare visibilmente il calo di pressione avvenuto tanto da motivare e convincere a continuare. È così che può nascere una buona abitudine…

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INTESTINO E ATTIVITÀ FISICA

Lo stato di salute del nostro intestino non dipende soltanto da come stiamo, da quant’acqua beviamo, da ciò che mangiamo, e da ciò che riusciamo ad assimilare, ma da quanta attività fisica quotidiana facciamo. AFintestino_3_8_2019I movimenti peristaltici dell’intestino facilitano in modo fisiologico e naturale l’evacuazione ed eliminano i prodotti di rifiuto della digestione (le feci) oltre che espellere i batteri in eccesso mantenendo il giusto numero complessivo di microorganismi presenti in esso. L’attività fisica costante favorisce però in maniera importante la peristalsi intestinale garantendo quella motilità che consente il transito delle feci lungo l’intestino. Una scarsa funzionalità del diaframma, dei muscoli addominali e del perineo, infatti, non contribuisce a sufficienza all’aumento pressorio necessario ad una valida spinta defecatoria. Così, il non “andare di corpo” quotidiano di molte persone (da una volta al giorno fino a due/tre è considerato fisiologico!) può trasformarsi in un problema serio. E se l’intestino continua a non funzionare bene, si parla allora di stipsi cronica, molto frequente tra le donne.

Per tale disturbo si ricorre ai lassativi, addirittura a supposte e clisteri se la defecazione è ostruita… seduti in bagno, speriamo ogni giorno con la settimana enigmistica, la lettura di un libro, una sigaretta o la borsa dell’acqua calda sulla pancia che quel tempo passato a spingere, anche sforzando, non sia senza risultato.AFintestino_5_8_2019

Se conoscessimo a fondo le funzioni dell’intestino, un ambiente delicato che ospita numerosissime specie di microrganismi, forse non lo maltratteremmo o non lo trascureremmo così… l’intestino, infatti, controlla buona parte dei processi metabolici del nostro corpo e, grazie al microbiota, l’insieme di batteri, virus e funghi presente all’interno, del peso di un chilogrammo circa, è impegnato nella digestione e nella difesa immunitaria.

L’intestino, o meglio il microbiota, produce enzimi, amminoacidi e vitamine, neutralizza le sostanze tossiche derivanti dagli alimenti e dal processo digestivo, difende da microrganismi fisiologicamente nocivi, protegge le mucose intestinali evitando che, in mancanza di una barriera protettiva efficace costituita da batteri salutari, ogni elemento nocivo possa raggiungere il sangue.

AFintestino_9bis_8_2019La composizione diversificata ed equilibrata del microbiota è vitale per la salute e il benessere del nostro organismo. Ciò dipende molto dall’alimentazione già a partire dall’allattamento, al seno o artificiale, dallo svezzamento e in seguito dalla condotta alimentare giornaliera, da cause esterne e interne al nostro organismo (squilibri dietetici, stress psicofisici, stile di vita sbilanciato e sedentario, abuso di farmaci, uso crescente di antibiotici, ecc.). Tutti questi fattori non tenuti sotto controllo contribuiscono a determinare la disbiosi ovvero un’alterazione del microbiota.

La cattiva salute dell’intestino non riguarda solo la difficoltà meccanica di svuotamento come la stitichezza, il meteorismo e il gonfiore, ma ha conseguenze patologiche nelle coliti, le diverticoliti, il morbo di Crohn, la sindrome del colon irritabile, per non parlare dell’artrite, le infezioni genito-urinario, la psoriasi, le eruzioni cutanee, i dolori muscolari, l’affaticamento, le allergie, ecc. Può bastare?

Ecco allora che, qualunque sia il problema o l’irregolarità intestinale, chi ne soffre può trovare giovamento sia da seguire quotidianamente un programma di attività fisica generale sia dall’avere l’abitudine di praticare determinati esercizi fisici per l’intestino.AFintestino_6_8_2019

L’ attività fisica in generale ha un effetto non soltanto sul tono muscolare di addominali e diaframma, ma pure sulla circolazione sanguigna e su quella linfatica, sul metabolismo dei grassi e sull’ossigenazione dei tessuti. Camminare, ad esempio, favorisce anche la spinta sull’intestino perché concentra il peso, per gravità, nell’addome: ecco perché bisogna evitare di stare a lungo seduti!

Un primo esercizio fisico consigliato è la respirazione diaframmatica: in piedi o seduti, inspirare gonfiando la pancia ed espirare appiattendola mentre l’ombelico si avvicina alla colonna vertebrale, stimola la peristalsi cioè l’attività di contrazione e rilasciamento della muscolatura liscia del tratto digerente.

Secondo esercizio fisico: seduti sul wc, flettere il busto in avanti andando a premere sulle cosce, poi tornare indietro come fosse un dondolio, seguendo un andamento ritmico.

Terzo esercizio fisico: supini, ginocchia al petto, portare la fronte verso le ginocchia ripetendo un po’ di volte.

Quarto esercizio fisico: sempre supini, ginocchia al petto per aumentare la pressione all’addome, portare entrambe le ginocchia prima da un lato e poi dall’altro, in modo da percepire una graduale pressione all’intestino.AFintestino_8_8_2019

“Andare di corpo” è agevolato anche dall’assumere certe posizioni tipiche dell’ esercizio fisico, come quella “alla turca”, ovvero la posizione accovacciata in cui l’addome è compresso contro le cosce. Assumerla dopo una serie di piegamenti (squat) naturali, graduali o poggiando i piedi su un rialzo quando si è seduti sul wc, aiuta molto di più l’intestino che ingurgitare quantitativi di yogurt probiotico o prugne secche!

Anche un buon massaggio all’addome premendo con le due mani in modo circolare, andando verso il basso in direzione dell’ultimo tratto intestinale, il retto, può essere praticato in qualsiasi momento.AFintestino_7_8_2019

Qualunque esercizio fisico o attività fisica si decida di fare, è bene sapere che muoversi in modo continuativo non solo facilita lo svuotamento dell’intestino, ma induce cambiamenti positivi nel microbiota con un’azione antinfiammatoria e diretta sul sistema immunitario. Una relazione tra, il microbiota intestinale, la cui composizione è mutevole, e la quantità di attività fisica praticata, esiste.

È vero che tutto ciò che mangiamo ha conseguenze sulla qualità e sullo stato della flora batterica intestinale e di conseguenza sul nostro benessere. Sappiamo che fanno male, se privi di fibre, tutti i prodotti da forno (pane, pizza, fette biscottate, grissini, dolci, ecc.), le proteine animali (carni, latte, formaggi, salumi) le cui bestie hanno ingerito antibiotici e antiparassitari, la caseina di latticini e formaggi freschi che, nell’intestino, si comporta come una colla ostacolando il transito regolare delle feci. Se la nostra alimentazione è tendenzialmente acidificante (con PH acido) i batteri salutari periscono e proliferano quelli patogeni. Per preservare la flora batterica e avere un sistema immunitario intestinale funzionale è fondamentale seguire uno stile di vita che preveda sia una costante attività fisica che una salutare nutrizione.

Fonti:

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“Questo è un libro che riguarda tutti noi, sportivi e non. Fare movimento, fare esercizio fisico aiutano nella vita fino da quando, giovani, pratichiamo lo sport. Scegliere di continuare ci aiuta a sentirci giovani e a mantenerci in salute. Il corpo che abbiamo ci deve accompagnare per un lungo cammino ed il nostro compito è di mantenerlo sempre nelle migliori condizioni possibili.” – dalla prefazione di Alberto Tomba
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L’ATTIVITÀ FISICA SALVA L’AMBIENTE

L’inquinamento e le tematiche ambientali, dal riscaldamento climatico al problema “plastica nei mari”, dalla raccolta dei rifiuti all’energia pulita sono al centro dell’interesse pubblico. Mai come in quest’ ultimo periodo la condizione dell’ambiente o meglio, del pianeta intero, rappresenta una delle principali preoccupazioni per l’impatto sulla qualità della vita.AF salvaAmbiente_3_7_2019

Ma questa preoccupazione può in realtà spingere a modificare i comportamenti di vita quotidiani di ciascuno di noi. L’avvio ad un “percorso virtuoso” di protezione dell’ambiente va sostenuto e rinforzato attraverso una serie di azioni e gesti quotidiani come fare più attenzione alla raccolta differenziata dei rifiuti, acquistare prodotti con minore imballo plastico o fatti con materiali riciclati, ridurre il consumo dell’acqua, comprare un mezzo di trasporto meno inquinante, ecc. Ma non basta. La salute dell’ambiente e quella dell’uomo dipendono molto dallo stile di vita che scegliamo. Iniziare a predisporsi ad una coscienza più ecologica e nel contempo ad una consapevolezza più dinamica verso l’attività fisica significa muoversi di più. Così, usare meno l’automobile, andare più frequentemente a piedi, in bicicletta, prendere i mezzi di trasporto pubblici è una soluzione e un’ alternativa a impatto zero.

Hoverboard_9_2_2017 L’attività fisica più ecologica in assoluto è camminare ed è quella più adatta alla nostra struttura fisica. La conformazione fisica dell’uomo, infatti, è strutturata in modo da poter sostenere lunghi tratti di percorso quotidiani a piedi così come il nostro antenato ha fatto nel passato molte ore al giorno per procacciarsi il cibo, spostarsi, per cercare riparo e dimora. In una parola, camminare per vivere. Anche correre ha un impatto ambientale nullo, ma se pensiamo a lunghi tragitti, in generale, non possiamo fare la medesima considerazione. Spostarsi di corsa sollecita e mette sotto sforzo le articolazioni degli arti inferiori e della schiena rischiando, a lungo andare, di logore e di creare disequilibri fisici. Ripensando al nostro antenato, la corsa non era infatti sostenibile per la vita di tutti i giorni se non per l’inseguimento di una preda o per la fuga da qualche attacco.

AF salvaAmbiente_1_7_2019Così l’attività fisica più adatta, più antica e più ecologica resta camminare il più possibile, seguita dal salire e scendere le scale. Evitare di utilizzare scale mobili e ascensori significa risparmiare gli alti costi di energia elettrica e diminuire l’emissione di anidride carbonica nell’ atmosfera per il funzionamento degli impianti. Non solo, salire scendere le scale stimola la muscolatura degli arti inferiori e dell’anca, in particolare i glutei e i quadricipiti come fare molto step in palestra!

Spostarsi in bicicletta è un altro modo sostenibile di aiutare la nostra salute e l’ambiente in cui viviamo. La bici non inquina, non fa rumore, è facile da parcheggiare e ci mantiene in forma. L’aspetto “verde” delle due ruote, la convenienza economica, il vantaggio di far migliorare la resistenza fisica, portano la bicicletta a rappresentare quel mezzo che permette di costruirsi una buona base fisica. Un percorso di 10 km pedalando, ad esempio, aiuta ad utilizzare come energia il grasso corporeo, ad abbassare la pressione arteriosa, a rilasciare ormoni che sostengono la vitalità e tanto altro ancora…cylo-one-rivoluziona-il-concetto-di-bicicletta-urbana-cylo_action_13_2016

Lottare contro l’inquinamento ambientale significa muoversi di più. Lasciare ferma la propria automobile più di frequente porta a una riduzione della combustione di carburante e dell’emissione di gas di scarico nell’aria.

È un fatto di cultura. L’Italia è il paese europeo ancora molto legato all’uso dell’automobile e orientato alla sedentarietà: per i car addicted la pratica dell’ attività fisica è molto ridotta. Ma se è difficile evitare un mezzo di trasporto, la scelta ecologica può ripiegare sui mezzi pubblici urbani o sul trasporto smart costituito dai moderni mezzi personali alimentati a corrente come il monopattino elettrico, il monowheel, il segway, l’hoverboard e l’ecobike, nuovi dispositivi per la micro mobilità elettrica. Così facendo, salute e ambiente sono tutelati nello stesso momento.

AF salvaAmbiente_2_7_2019Ma in realtà possiamo fare di più. La buona pratica dell’attività fisica con maggiore frequenza aiuta a curare e prevenire molte malattie dai costi sanitari molto elevati. Muoversi, dunque, contribuisce ad ammalarsi di meno e ad abbattere le spese per la gestione della salute a carico del Servizio Sanitario Nazionale. Perché stare bene significa anche evitare di produrre quelle montagne di rifiuti sanitari e di farmaci utilizzati ogni giorno per curare molte condizioni fisiche ancora risolvibili facendo più attività fisica! Abbiamo mai pensato che muoversi di più ci aiuta ad essere più sani e a ridurre la quantità di plastica sanitaria usata fatta di siringhe, cateteri, blister, imballi e contenitori di plastica usa-e-getta non sempre regolarmente smaltiti e avviati al riciclo e al recupero?

Plogging_1_10_2018C’è ancora un modo per far sì che l’attività fisica salvi l’ambiente ed è quello di praticarla nei contesti naturali di parchi, giardini, spiagge, sentieri di montagna, lungo fiumi, ponendo attenzione ai rifiuti sparsi qua e là e raccogliendoli (Plogging). Così, tra un piegamento e l’altro per tirare su la spazzatura da terra, svolgiamo un’attività fisica ecosostenibile che fa bene alla propria salute e all’ecosistema. In fondo, il fenomeno del littering deve farci riflettere che l’inquinamento dei mari inizia già sulla terraferma e che una grossa quantità di rifiuti e di plastica viene trasportata dai corsi d’acqua verso il mare.

Un comportamento rispettoso nei confronti del proprio corpo, il microcosmo dei filosofi greci, e la Terra, il macrocosmo, prevede di pulire il mondo muovendoci di più. Se manca un chiaro indirizzo politico del nostro paese a risolvere i problemi ambientali, ciascuno può dare esempio, restando in forma, di dedicare anche un’attenzione particolare all’ambiente. Perché muoversi ripulendo i luoghi che ci stanno a cuore e che vorremmo trovare intatti, puliti e belli a tutela del bene comune, è segno di uno stile di vita più green. E se per molti sedentari muoversi non è ancora un piacere, ma un dovere, facciamo in modo che resti un dovere per l’ambiente e in un secondo momento lo diventerà anche per la propria salute.

Essere dinamici e in salute sviluppa una coscienza ambientale…

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Atleta o persona semplice che sia, oggi più che mai ciascuno deve sentirlo forte e perseguirlo con determinazione. Il movimento è una necessità.” – dalla prefazione di Deborah Compagnoni.
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“Questo è un libro che riguarda tutti noi, sportivi e non. Fare movimento, fare esercizio fisico aiutano nella vita fino da quando, giovani, pratichiamo lo sport. Scegliere di continuare ci aiuta a sentirci giovani e a mantenerci in salute. Il corpo che abbiamo ci deve accompagnare per un lungo cammino ed il nostro compito è di mantenerlo sempre nelle migliori condizioni possibili.” – dalla prefazione di Alberto Tomba
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ATTIVITÀ FISICA E METODO

Non ci muoviamo ancora abbastanza. La popolazione adulta italiana, fatta eccezione per coloro che, considerati fisicamente attivi, praticano almeno 30 minuti di attività fisica moderata cinque giorni alla settimana o 20 minuti di attività intensa tre giorni alla settimana oppure hanno un’occupazione che richiede uno sforzo fisico importante, è suddivisa tra sedentari e parzialmente attivi.

Sedentari sono le persone che non praticano attività fisica e svolgono un’attività lavorativa da seduti. Parzialmente attivi sono tutti quelli che hanno un’occupazione senza sforzo fisico e Metodo_5_5_2019praticano dell’attività fisica soltanto durante il tempo libero.

L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) stima che circa il 60% della popolazione adulta non raggiunge i livelli minimi raccomandati di attività fisica e in questa percentuale c’è una fetta considerata inattiva. Sappiamo bene che fare poco movimento nuoce gravemente alla salute, ma per la maggior parte del tempo viviamo in automatico senza guardare e sentire cosa accade al nostro corpo. Diventiamo insensibili ai segnali d’allarme lanciati dal nostro corpo convinti che se qualcosa non va dipende dalle malattie e non certo dal mancato movimento. Movimento e salute coincidono e quando ci sono, c’è vita; al contrario non c’è vita nell’immobilità e nella stasi.

Eppure facciamo fatica a evidenziare gli aspetti positivi derivanti dal praticare dell’attività fisica, non ci informiamo abbastanza per correggere quelle convinzioni che ostacolano uno stile di vita più attivo e nel frattempo ci rassegniamo ai chili di troppo, al fiatone ogni volta che saliamo le scale, al colesterolo alto e a quei doloretti articolari che solo i farmaci riescono a coprire…

Metodo_3_5_2019Se pensiamo invece di voler iniziare a fare una certa attività fisica regolarmente o di dare continuità a quella che già pratichiamo, allora dobbiamo ragionare in termini di piano di azione e di metodo e non solo di obiettivi. Perché limitarsi a scegliere degli obiettivi specifici come attivare un corpo troppo sedentario, calare di qualche chilogrammo il proprio peso, tenere sotto controllo il diabete, salire alcuni piani di scale senza troppo affanno, abbassare il valore del colesterolo entro un dato tempo e dando troppa attenzione ai risultati, può non essere sufficiente.

Passare all’azione e seguire un metodo, invece, vuol dire fare con regolarità e costanza qualcosa che a lungo andare migliorerà la nostra condizione fisica indipendentemente dai risultati ottenuti nell’immediato. Alzarsi ogni mattina ed eseguire qualche esercizio fisico è già parte di un metodo, come anche decidere di salire e scendere alcuni piani di scale quotidianamente, piuttosto che prefissarsi l’obiettivo specifico di iscriversi a una maratona e percorrerla in quattro ore e 30 minuti!

Il metodo migliore e più funzionale è quello di fare qualcosa ogni santo giorno senza lasciarsi sfuggire nemmeno uno. Quel qualcosa può essere davvero la minima cosa che non compromette la nostra routine giornaliera, che richiede poco tempo e impegno d’esecuzione, che non stressa e non stanca. Dare importanza al metodo significa focalizzarsi su qualcosa che conosciamo bene – semplici esercizi fisici – che possiamo controllare ed eseguire in un programmato intervallo di tempo.

Continuando ad applicare il proprio metodo, avremo molte più possibilità di raggiungere gli obiettivi prefissati.Metodo_4_5_2019

Se, al contrario partiamo dal perseguire uno o più obiettivi senza possedere un metodo, è molto probabile che ci perdiamo per strada perché il risultato è  lento da arrivare. Spesso distratti da nuovi spunti, da suggerimenti degli amici, dalle generalizzazioni dei media, dalla miriade di promesse gratuite di tanti esperti sul web, rischiamo di perdere la focalizzazione e di ripartire ogni volta con qualcosa di nuovo che promette di rendere la strada più veloce e meno impegnativa.

Brevi momenti di impegno che decidiamo di utilizzare nell’eseguire alcuni precisi esercizi fisici quotidiani, creano quel rituale che diventa il proprio metodo.

È vero che i risultati ottenuti con un metodo così pensato sono difficili da valutare giorno per giorno per capire se quel metodo sta funzionando. Ma una cosa è certa, bisogna essere fiduciosi: ogni volta che ci applichiamo con metodo i risultati arriveranno e saremo gratificati dal successo.

Il metodo è un piano d’azione specifico. Se lo conosciamo bene, basta applicarlo con disciplina e rigore, altrimenti è consigliato rivolgersi ad un autorevole esperto del settore che ci aiuterà a realizzarlo.Metodo_1_5_2019

Avere un metodo porta l’enorme vantaggio di controllare sempre quanto stiamo facendo, i continui progressi e i benefici: sembra incredibile, ma con un metodo non perdiamo mai i riferimenti e non ci perdiamo in tentativi e approssimazioni, proprio come avere un navigatore in mano che evita di farci smarrire la strada…

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QUANDO IL GIARDINAGGIO È ESERCIZIO FISICO

Piace a molti a primavera impegnarsi in un’attività stagionale come il giardinaggio, esposti alla luce e all’aria, la mente rilassata, tra il verde delle proprie piante. E piace ancor di più vedere o immaginare i risultati che seguiranno a quell’operosità in cui però si trascurano gli sforzi, la fatica, i piccoli o grandi disagi muscolari e articolari. Perché fare giardinaggio richiede resistenza nel Giardinaggio_2_4_2019tempo, adattamento a mantenere posizioni scomode, grande impegno muscolare e articolare, sollecitazioni intense e continue a schiena, cervicale, spalle, braccia, mani e ginocchia. Già 30-45 minuti di giardinaggio rappresentano un’attività fisica di intensità moderata, ma per diventarlo a tutti gli effetti, utile peraltro a mantenersi in forma, deve avere regole ben precise nella modalità di esecuzione e nella durata.

Già tra gli anni ‘90 i primi del 2000 un medico inglese, William Bird, proponeva l’attività agricola, denominata GreenGym, come nuova tendenza per fare sport nella natura e ottimizzare i benefici a vantaggio della salute. Niente più bilancieri o attrezzi da palestra, ma soltanto utensili da giardinaggio: ecco l’alternativa al comune senso di intendere un’altra forma di attività fisica.Giardinaggio_5_4_2019

In fondo i nostri progenitori, non molto tempo fa, provenivano da una realtà contadina molto diversa da quella urbana attuale. Niente di cui meravigliarsi a voler tornare a praticare ciò che era familiare…

Si arriva poi, nel 2014, all’ortoterapia o ortocultura terapeutica, diffusa ovunque, dopo i risultati ottenuti da studi scientifici che confermano oltre i benefici fisici anche quelli sullo stress. In definitiva, coltivare l’orto e curare il giardino, in una parola, giardinaggiofa bene alla salute e alla forma fisica.

Il giardinaggio è un’attività fisica che allena soprattutto la forza muscolare e di conseguenza non va sottovalutata quando è affrontata senza un’adeguata preparazione fisica.

Giardinaggio_4_4_2019Dando meno spazio all’aspetto aerobico cioè alla resistenza, il giardinaggio non può in alcun modo sostituirsi alle attività aerobiche come camminare, correre, nuotare o pedalare in bicicletta molto consigliate, ad esempio, nella cura e nella prevenzione di patologie come il diabete, i tumori e i disturbi quali l’ipertensione o quelli legati a sovrappeso e obesità. Per contro, quando dissodiamo il terreno per preparare un prato o per coltivare un orto, quando invasiamo fiori e piante sul balcone di casa o estirpiamo erbacce dalle aiuole pratichiamo un’attività fisica sotto sforzo molto utile a ridurre i rischi di osteoporosi delle ossa.

Il giardinaggio fa fare molti movimenti tra piegamenti, rotazioni, sollevamenti, torsioni, flessioni ed estensioni che, senza controllo, consapevolezza corporea e preparazione fisica, possono però causare uno stress eccessivo a molte strutture corporee e una loro usura. È così che accade di ritrovarsi il giorno dopo con la schiena a pezzi, un ginocchio gonfio, un dolore acuto alla spalla o la sciatalgia che è tornata fuori…

E se i dolori non passano dopo 1 o 2 giorni c’è il rischio di avere esagerato.Giardinaggio_11_4_2019

L’attività fisica richiesta al corpo per fare giardinaggio ha bisogno di un dosaggio preciso e della continuità nel tempo per dare benefici evitando così i rischi e limitando i danni all’apparato muscolo-scheletrico.
Non solo, ma ogni periodo di tempo dedicato al giardinaggio richiede sempre all’inizio qualche esercizio fisico di riscaldamento per preparare il
corpo alle sollecitazioni e all’impegno muscolare. Mettere in moto tutti i principali gruppi muscolari coinvolti nella pratica del giardinaggio come quelli dorsali e lombari, gli addominali, i glutei, quelli di spalle e braccia oltre che delle gambe con esercizi di flessibilità, di equilibrio, di tenuta contro resistenza, attiva il sistema-corpo e lo rende più efficiente. A conclusione del lavoro, poi, è importante dedicare alcuni minuti agli esercizi di allungamento e detensione di tutte le parti corporee che sono state messe a dura prova. In questo modo si compensa alle posture mantenute a lungo, agli sforzi fatti e a quella sensazione di irrigidimento e contrattura che spesso il giorno seguente si pagano.

Il consiglio da personal coach è di pianificare l’ attività di giardinaggio in precisi periodi di tempo progressivamente più lunghi a partire da mezze ore intervallate da pause. Il più delle volte, sostenuti dal desiderio e dall’entusiasmo di dedicarsi al giardinaggio godendo del bel tempo primaverile, dimentichiamGiardinaggio_10_4_2019o l’impegno fisico e la moderazione e concentriamo in ore o in giornate una quantità di azioni che andrebbe invece distribuita.

Un altro consiglio è di alternare le posizioni e gli sforzi in modo da coinvolgere, a rotazione, tutto il corpo. Così è bene spostare il peso da una gamba all’altra, passare da un lavoro seduti o accovacciati a uno in piedi, intercalare un’operazione fatta prevalentemente con le mani a una muovendo tutto il corpo.

In questo modo l’attività fisica del giardinaggio si trasforma in un esercizio fisico dosato che mantiene in forma e fa bene alla salute.

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NATALE IN SALUTE

Con l’arrivo delle FESTE i buoni propositi di continuare a MUOVERSI vengono spesso rinviati e la volontà si mette in disparte.

Natale in salute_7_14_2018L’ approccio generale al periodo delle Feste è, di base, poco conveniente: si giustifica con leggerezza una sospensione dell’ ATTIVITÀ FISICA in palestra, presumendo (e confidando!), nella chiusura della stessa durante tale periodo, si mostra un certo disinteresse verso un regolare regime alimentare semplicemente perché a Natale è difficile evitare di sgarrare e perché il tempo va dedicato agli acquisti, alla preparazione dei piatti delle feste, alle decorazioni e alle relazioni con amici e familiari.

Sembra che dagli inizi di dicembre a dopo l’Epifania il tempo si dilegui solo tra inviti a tavola, cene aziendali, bicchierate augurali tra amici, scambi gastronomici in famiglia, preparativi, shopping compulsivo, ghiotte trasgressioni (perché, in fondo, quel dolcetto e quegli avanzi mica li butterai via?), beati momenti a casa in pantofole o sotto il pile, davanti la tivù o il caminetto.

Se ci si sta preparando al Natale è importante pensare anche alla migliore forma fisica tenendo sempre pronta la tessera del Natale in salute_2_14_2018proprio club senza lasciare in un angolo le scarpe da ginnastica perché al momento non servono!

Ci sono alcune regole da seguire se si vuole continuare a parlare di SALUTE anche durante le feste. E, forse, è più che mai da dicembre che si debba pen
sare alla salute perché a Natale il palato è contento, ma si è sicuri che lo sia anche l’organismo?

1° regola. Mantenere attivo il corpo grazie al MOVIMENTO significa avere un METABOLISMO efficiente, in grado di bruciare le calorie in sovrappiù, eliminare le tossine e abbassare il colesterolo “cattivo”.

La muscolatura, se allenata con costanza, ha bisogno di essere nutrita e questa richiesta provoca un innalzamento della disponibilità di calorie giornaliere. Così, aumentare il dispendio energetico attraverso l’ ATTIVITÀ FISICA è un compenso essenziale per tenere il metabolismo basale sempre attivo e sedere a tavola senza grossi sacrifici.Natale in salute_6_14_2018

Pur facendo attenzione alla qualità del cibo, alla genuinità dei piatti e al bilanciamento dei nutrienti, i pasti delle feste sono purtroppo ricchi di grassi e zuccheri, sapidi e meglio conditi r
ispetto a quelli normali.

Si assumono in media il 30% di grassi saturi in più di quanto è consigliato e durante le Feste la dose, oltre a quella del colesterolo, può aumentare.

La prima reazione dell’organismo ad un apporto maggiore di cibo e bevande è la ritenzione dei liquidi interstiziali. Sodio e glucosio si concentrano nel sangue insieme agli altri nutrienti al punto da favorire l’aumento della pressione osmotica e del volume plasmatico. Così, con un volume del plasma sanguigno e dei liquidi presenti nei tessuti superiore rispetto agli altri momenti dell’anno, il peso corporeo sale.L’aumento del peso non deve preoccupare, ma solo allertare. (L’analisi con la bioimpedeziometria- BIA rivela dati e valori precisi). Nell’arco di qualche giorno quel chilo/due se ne va fisiologicamente a meno che si continui a eccedere con le quantità.

Santa Claus standing on scale

2° regola. Essere costanti nel praticare attività fisica dovunque ci si trovi e più che mai in questo particolare momento dell’anno. Un concentrato di Feste, eventi, scambi, incontri, condivisioni attorno a un tavolo imbandito come nel periodo di dicembre-gennaio deve far riflettere. L’accumulo di calorie e di tossine che ne deriva è il motivo principale per dare CONTINUITÀ e REGOLARITÀ alla pratica della propria ATTIVITÀ FISICA.

L’ ATTIVITÀ FISICA prima delle feste mantiene il METABOLISMO ATTIVO;

l’ ATTIVITÀ FISICA durante le feste aiuta a eliminare la ritenzione dei liquidi; l’ ATTIVITÀ FISICA dopo le festeconsente il consumo e lo smaltimentodi CALORIE e TOSSINE in eccesso.

Christmas tree made from measure tape

“Ricordati che non si ingrassa tra Natale e Capodanno, ma fra Capodanno e Natale” (Anonimo)

Aggiungere un’uscita, allungare le sedute di ATTIVITÀ FISICA contribuisce, oltre ad accelerare il METABOLISMO per bruciare di più, anche per fare più attenzione a ciò che si ingurgita e non lasciarsi portare ad esagerare.

Freddo, mal tempo e buio già nel pomeriggio, poi, non devono scoraggiare.

Queste sono condizioni che, stimolando energicamente l’organismo, consentono di dissipare, come un bruciatore, un maggior numero di calorie.

Se ci si trova in vacanza in questo periodo, non ha valore l’ alibi di rilassarsi e basta, di mangiare, farsi coccolare alle Terme, ad esempio e non MUOVERSI affatto.

Avere qualche giorno di pausa dal lavoro a Natale può essere invece una buona occasione per praticare qualche ATTIVITÀ FISICA diversa. Senza gli orari lavorativi a cui sottostare, probabilmente si è in grado di allungare un po’ la durata dell’attività fisica in questione, magari all’aria aperta o di intraprendere qualcosa di nuovo favorendo così u
n aumento del dispendio energetico.

Chi pratica abitualmente ATTIVITÀ FISICA, può dedicarsi in questo periodo ad allenamenti meno intensi ma più lunghi del solito, purchè tra i 30-60 minuti minimo, al giorno.

3° regola. Moderazione. Questa regola vale sia per ciò che si butta giù tra assaggi, buoni piatti e bicchieri, sia per l’ ATTIVITÀ FISICA praticata nell’illusione di ottenere prima possibile i risultati desiderati (magari sudando esageratamente sotto tessuti che non traspirano!) o nel correre semplicemente ai ripari!Natale in salute_5_14_2018

Moderazione significa limitare le porzioni, non toccare grissini e pane durante i pasti, alternare un bicchiere di acqua a uno di vino (l’alcool è zucchero e ha calorie!), scegliere il panettone anziché il pandoro che contiene troppi grassi e calorie e così via. Dovendo mangiare, inoltre, meglio preferire solo ciò che piace veramente, non fare il bis e masticare lentamente per assaporare a lungo il piacere.

Secondo recenti statistiche le Festività natalizie portano nel 68% degli italiani dai 2 ai 3 kg di media, in più. Chi è già in sovrappeso corre un grosso rischio se cede a tutte le tentazioni gastronomiche. Si sa che prevenire è meglio di curare…

4° regola. Prevenire e arrivare preparati alle Feste.

Ciò vuol dire: seguire un regime alimentare un po’ austero già dal mese di novembre dove verdura e legumi abbondano, dove i carboidrati si limitano a porzioni da 70-80 gr al giorno e non di più; seguire una dieta DETOX un paio di settimane prima del Natale per pulire l’organismo; ridurre l’apporto calorico dei pasti prima e immediatamente dopo le inevitabili abbuffate delle date importanti. Soprattutto dopo, perché lo stomaco si è dilatato e si fa fatica a ridurre le quantità risultando insaziabili. Allora, con qualche sana rinuncia, con modesti pasti composti da verdure, zuppe di legumi, pesce, frutta e tanta acqua, ci si riempie di fibre e ci si sazia.

Il consiglio è di ripristinare il peso per recuperare la composizione corporea iniziale. Ciò significa un calo ponderale tra i 2 e i 3 Kg. Massimo nell’arco di un mese.

Ciò che comunemente accade è che si sottovaluta il numero delle calorie contenute nelle prelibatezze natalizie, nelle salse, nei dolci, negli intingoli e si sovrastima il consumo di calorie giornaliero anche quando non ci si dedica all’ ATTIVITÀ FISICA!

Ecco allora come accade che si metta su peso per una non corretta valutazione o semplicemente per una mancata informazione.

foto_albo_13_2016Quanto ESERCIZIO FISICO fare per bruciare ciò che si mangia dipende dalla struttura fisica ovvero dal peso e dall’altezza, dell’essere donna o uomo, dal volere perdere peso corporeo, dall’avere una qualità di vita migliore e da molti altri fattori.

Farsi guidare da un bravo coach, un personal trainer per un programma personalizzato ed esclusivo allo scopo di raggiungere l’obiettivo desiderato, è quanto di meglio ci si possa regalare a Natale.

Lavorare sul proprio fisico significa anche dare alle Festività un significato meno consumistico e più rivolto al bene verso di sé, alla SALUTE, allo STARE BENE.

Se Natale è una ri-nascita

Buone Feste a tutti!

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ATTIVITÀ FISICA A PIEDI SCALZI

Già negli anni ‘60 in Nuova Zelanda il barefooting, ovvero il camminare a piedi nudi, diventa una filosofia di vita per consentire all’uomo di riappropriarsi degli spazi naturali e delle sensazioni che il contatto con il terreno può trasmettere al corpo.

Il piede è il risultato di un’evoluzione lunga 2 milioni di anni circa e di un continuo adattamento all’azione di locomozione attraverso il cammino e la corsa.

Dall’ Homo erectus  in poi, il genere umano è diventato nomade e ha iniziato a spostarsi grazie all’architettura del piede.

Per portare in giro un corpo, il piede ha sviluppato delle caratteristiche peculiari per un duplice ruolo:

  • sostenere il peso dell’individuo eretto con forza e solidità.
  • adattarsi ai vari tipi di terreno con mobilità ed elasticità.

La struttura architettonica del piede con i suoi archi plantari, che ricorda la capriata con la sua ripartizione in triangoli, è infatti un indispensabile ammortizzatore che può sopportare carichi incredibili.PiediScalzi_7_12_2018

Grazie alle informazioni che esso riceve dai diversi terreni su cui poggia, il piede diventa un elemento posturale per il cervello che riesce così a formulare un’adeguata risposta motoria.

La pianta del piede a contatto diretto con il terreno invia al cervello una serie di informazioni utili attraverso speciali recettori plantari che, come dati, viene elaborata per fornire risposte motorie più efficaci.  Il piede è l’interfaccia con il terreno, il punto di ingresso delle forze provenienti dal suolo attraverso di esso.

Il piede dunque come la mano, è un organo di senso. Questa sensibilità viene definita propriocezione.

A piedi nudi si percepisce una maggiore stabilità e si può avere un miglior controllo. Spesso ci convinciamo che questo lo possiamo ottenere solo lavorando sulla muscolatura del corsetto addominale, il core, mentre è dai piedi, le nostre basi, le nostre fondamenta, che possiamo avere forza nel sostenerci, equilibrio e sicurezza.

Muoversi a piedi nudi ci aiuta a recuperare la funzionalità plantare e a rieducare il corpo a coinvolgere in maniera più equilibrata tutta la muscolatura che partecipa al movimento. Questo comporta un utilizzo più economico delle forze muscolari e meno dispendio energetico.

L’uomo è evoluto per muoversi, per camminare, per correre ed arrampicarsi anche se oggi è costretto a rimanere a lungo seduto.

Il suo obiettivo è di riportarsi alla naturalità di un tempo, di essere forte e resistente come nel passato.

PiediScalzi_8_12_2018Secoli di uso di calzature e anni di locomozione su suoli regolari e piani hanno indebolito, desensibilizzato, irrigidito e alterato il piede.

Le calzature, se da un lato proteggono, dall’altro possono essere loro stesse delle sollecitazioni che disturbano o un impedimento alle informazioni recettoriali e così pure le solette, i plantari e altri correttivi.

Allora è buona norma togliere ogni tanto scarpe e calze e far percepire ai piedi cosa si sente quando si sta su terreni diversi magari all’aperto, in natura, come ci si sente a camminare sui ciottoli di un fiume o di mare o a sprofondare nella sabbia o a inumidirsi nel muschio.

Perché fare nuove esperienze di movimento a piedi nudi significa migliorare:

  • L’elasticità, la flessibilità e la forza di sostegno del piede, così da evitare alcune patologie legate al piede come l’alluce valgo, le callosità, le deformità.
  • La propriocezione e la sensibilità al movimento.
  • La forza degli arti inferiori.
  • L’equilibrio posturale.
  • La stabilità e il controllo corporei.
  • Il ritorno venoso e la stasi linfatica così da stimolare l’intero apparato circolatorio.

Inoltre si recupera l’energia ritrovando il contatto con la natura e si impara a sopportare meglio le escursioni termiche.

Come iniziare a muoversi a piedi nudi?PiediScalzi_5_12_2018

  • Sollecitando le piante dei piedi scalzi da eretti o camminando prima in casa sul parquet, mattonelle, moquette, tappeti o altro ancora. Ciò serve a riconoscere su cosa si è in contatto.
  • Praticando una serie di esercizi di mobilizzazione passiva delle articolazioni del piede per detendere e allungare i gruppi muscolari del piede, i suoi legamenti e le fasce.
  • Proseguendo con il cammino su superfici facili come sabbia o erba.
  • Adattandosi gradualmente a deambulare scalzi ovunque per evitare la paura di farsi male e di venire a contatto con la sporcizia.

Il peso del corpo viene ammortizzato a livello della pianta del piede da uno spesso strato di grasso e la pelle spessa protegge da ogni contagio.

PiediScalzi_11_12_2018Tornare a vivere scalzi come il nostro antenato non è più possibile, ma ricordare ogni tanto che nasciamo a piedi nudi e che, come da bambini, drizzarsi in piedi contro gravità parte dal piede, può farci riflettere…

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ATTIVITÀ FISICA E BELLEZZA

Lo stile di vita che ci hanno fatto adottare da bambini, quello poi scelto da adulti e il 30% di genetica hanno determinato in buona parte ciò che siamo.

La nostra estetica, le nostre forme e le caratteristiche fisiche, in una parola, la nostra prestanza fisica, dipendono da quanto ci muoviamo e da come mangiamo.

Ciascuno di noi ha un suo modello di bellezza ideale e a tutti noi piace osservarsi allo specchio per vedere una bella figura. Ma a volte lo specchio non mostra l’immagine che vorremmo e si finisce per evitare di guardarsi. Non si tratta solo di sovrappeso, di perdita di tono, di cellulite che non se ne va, della pancetta che non lascia intravedere quei bei addominali, ma pure di una postura poco equilibrata, di due spalle chiuse, di una schiena curva o di due caviglie sempre gonfie.

Bellezza_9_11_2018Garantirsi un’estetica piacente, elegante che rimandi un senso di salute e di bellezza, nel rispetto delle proprie caratteristiche, si può con l’attività e l’esercizio fisico. Perché l’attività e l’esercizio fisico ci rendono belli? Innanzitutto perché ci aiutano a cambiare la postura raddrizzando la schiena, portando indietro le spalle (e nella donna il seno così si alza!), ad esempio.

La muscolatura ha il compito di sostenere lo scheletro, di consentire i vari movimenti e solo se lavora bene, solo se stimolata adeguatamente è in grado di riempire le forme, di tornire un corpo, di cambiare le taglie, di sostenere il tessuto adiposo di rivestimento e la pelle.

La tonicità di un corpo dipende da una massa muscolare ben formata e soda che modella l’aspetto fisico. In secondo luogo l’attività e l’esercizio fisico permettono di tenere sotto controllo il peso corporeo facendoci perdere qualche chilo grazie a un maggior consumo di calorie. Il metabolismo si mantiene attivo e con un buon funzionamento anche il sistema ormonale contribuisce a indurre il dimagrimento.

Praticare attività e esercizio fisico, poi, migliora il microcircolo sanguigno di tutto l’organismo, ma in particolare della pelle portando più ossigeno ai tessuti.

I tratti del volto si distendono, il colorito e la luminosità migliorano. La sudorazione conseguente a uno sforzo fisico adeguato espelle molte tossine  e acidi che puliscono automaticamente la pelle. Fare attività ed esercizio fisico invita inoltre a bere più acqua: una maggiore idratazione la gonfia e la distende rendendola meno avvizzita.Bellezza_3_11_2018

E che dire della quantità di endorfine liberate durante e dopo l’attività e l’esercizio fisico  che ci rende di buon umore, più positivi, più distesi, meno sottoposti allo stress, più felici donando all’aspetto un’aggiunta bellezza?

Non tutti i tipi di attività e esercizio fisico aiutano l’estetica e ciò che migliora l’aspetto di una donna può non essere adatto all’uomo.

Entrambi però beneficiano dal muoversi per ridurre la percentuale di grasso corporeo aumentando invece la massa magra. Persone diverse necessitano di stimoli allenanti diversi. Ecco perché è importante affidarsi a chi sa dosare e  personalizzare l’esercizio fisico! Non basta una passeggiatina quotidiana o un’attività fisica di bassa intensità per ottenere risultati estetici che si protraggano stabilmente nel tempo!

L’attività e gli esercizi di forza aiutano più di tutti la muscolatura a definirsi, cambiando le forme e togliendo la flaccidità.Bellezza_10_11_2018

L’esercizio fisico deve diventare un impegno costante, ma non deve essere mai estremo. Tendere a un sano narcisismo, a un equilibrato culto del corpo a volte aiuta a non indirizzarsi verso un agonismo esasperato. Perché un’attività fisica troppo intensa o troppo spostata sul lavoro cardiovascolare di lunga durata ha conseguenze visibili già sulla pelle oltre che sul sistema ormonale.Bellezza_12_11_2018

La bellezza non è il nostro fine, ma la motivazione alla pratica costante  dell’attività fisica nel rispetto della nostra salute.

Bellezza_1_11_2018

Dal benessere della persona al risultato estetico…

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PLOGGING: MENTRE CORRI PULISCI IL MONDO

Attività fisica e…ambiente

L’ultima novità in fatto di movimento è il Plogging, che arriva dalla Svezia e combina la raccolta di rifiuti alla corsa in città. Il termine deriva da “plocka upp” (“raccogliere” e “ripulire” in svedese) e “running”, “jogging” (“correre” in inglese). In parole povere, si tratta di raccogliere da terra la spazzatura abbandonata da persone poco amiche dell’ambiente (bottiglie di plastica, cartacce, mozziconi di sigarette, lattine e chi più ne ha più ne metta), mentre si corre o si cammina a ritmo sostenuto.Plogging_7_10_2018

Infatti, se mentre si corre ci si abbassa, non si fa altro che compiere uno squat (piegamento che interessa i glutei e i quadricipiti). Senza arrivare ad affermare che il plogging sia uno sport completo, non possiamo non rilevare che, praticandolo, faremo piegamenti e flessioni, inclineremo lateralmente il busto, compiremo rotazioni e allungamenti e solleveremo pesi. L’impostazione sportiva è simile a quella dell’Hight Intensity Interval Training, che alterna attività aerobica e anaerobica. Anche per il plogging, come per tutte le attività motorie, l’importante è compiere i movimenti corretti nei tempi giusti: ad esempio, per evitare strappi o contratture, faremo sempre attenzione ad abbassarci lentamente e a gambe allargate, come se ci stessimo per sedere su di uno sgabello basso.

Ripulire la città e gli spazi verdi, allenando la muscolatura e bruciando calorie, non è quindi soltanto un buon modo di prenderci cura di noi stessi, ma anche una maniera singolare per prenderci cura dell’ambiente in cui viviamo.

Evviva il Plogging, allora!

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