PERCHÉ CAMMINARE È LA MIGLIORE ATTIVITÀ FISICA

Si cammina poco e si cammina male, meno di quei 30 minuti giornalieri consigliati, eppure camminare, per chi lo fa, resta la forma di esercizio preferita

Non richiede un elevato livello di forma fisica né un’abilità motoria specifica, può essere praticata quasi ovunque, soprattutto all’aperto, tra spazi verdi o urbani, non c’è bisogno di un particolare abbigliamento o di un’attrezzatura, non pone vincoli d’orario e nemmeno di contesto.

Da soli o in compagnia, camminare è un’attività motoria spontanea, la più antica e naturale per uomo. Per gli esseri umani, anche quelli sedentari e inattivi dei nostri giorni, camminare rappresenta la forma più comune e più semplice di fare esercizio fisico, eppure se ne fa poca.

Infondo camminare non comporta un grosso impatto del peso corporeo sulle singole articolazioni (anche, ginocchia, caviglie, piedi) perché viene assorbito per intero dall’apparato locomotore (ossa, articolazioni, muscoli, tendini e legamenti) per cui risulta l’attività fisica più adatta a tutti soprattutto a coloro restii a entrare in palestra, agli inattivi, agli anziani, alle persone con patologie croniche o dismetaboliche.

Perché camminare fa bene a tutto il corpo. Vediamo perché.

  • Stimola gli organi sottoposti a sforzi e stress a proteggersi e recuperare;
  • aiuta l’intestino favorendone il transito;
  • riduce il livello del colesterolo “cattivo” (LDL, lipoproteine che trasportano il colesterolo dal fegato alle cellule dell’intero organismo) ed alza il livello del colesterolo “buono” (HDL, lipoproteine che portano il colesterolo in eccesso dalle cellule dell’organismo al fegato per smaltirlo);
  • abbassa la pressione arteriosa;
  • tiene controllato il rischio di diabete di tipo 2;
  • ha effetti sul tasso metabolico (consumo di energia per generare calore) e sul peso corporeo (camminare per un’ora alla velocità di 4 km/ora, per esempio, richiede tra le 100 e le 200 calorie bruciando circa 6 gr. di grasso);
  • può far dimagrire se si tiene conto che i grassi bruciano nell’organismo solo dopo circa 20 minuti di attività e se si bada a ciò che si mangia. Il grasso delle cellule adipose è rappresentato dai trigliceridi immagazzinati nell’organismo ovvero quei composti di carbonio, idrogeno e ossigeno che, grazie all’attività fisica e al camminare liberano il carbonio che viene eliminato col respiro sottoforma di anidride carbonica e trasformano idrogeno e ossigeno in acqua;
  • comporta una riduzione dei marcatori di infiammazione e di molti indicatori di patologie tra cui quelle cardiovascolari;
  • dà benefici a certi disturbi respiratori;
  • rallenta le varie forme degenerative legate di invecchiamento originando anche cambiamenti plastici nella struttura del cervello:
  • favorisce la produzione di una molecola importante, il fattore di crescita dell’endotelio vascolare (o Vegf, Vascular Endothelial Growth Factor) che stimola la vascolarizzazione cioè la crescita della rete capillare che porta ossigeno e nutrimento alle cellule del sistema nervoso, aumentando l’afflusso di sangue al cervello e intensificando l’attività neurocognitiva; 
  • ha un grande impatto sulla memoria e sull’apprendimento perché migliora la struttura e la funzionalità cerebrale popolando di nuove cellule proprio quelle aree della memoria e dell’apprendimento;
  • riduce la produzione dell’ormone cortisolo rilasciato normalmente in risposta allo stress e agisce sull’umore (camminando dopocena a passo sostenuto senza particolari sforzi si favorisce una vasodilatazione duratura, anche per l’intera notte, con una conseguente azione antistress); 
  • consente con il suo andamento ritmico di avere una maggiore lucidità e di raggiungere uno stato meditativo (leggi l’articolo del blog “La meditazione nel movimento” ) e creativo di problem- solving.

Già alzarsi in piedi per iniziare a camminare ha effetti immediati sulla pressione e circolazione sanguigne e, come sosteneva già Ippocrate più di 2000 anni fa, “camminare è una medicina”.

Per essere efficace la camminata non deve avere un’andatura troppo lenta né una mancanza di simmetria o di sincronia dei movimenti del corpo soprattutto tra il lato destro e quello sinistro come spesso accade alle persone anziane.

Camminare bene, saper camminare in modo funzionale nel rispetto delle proprie caratteristiche e del proprio stato emotivo evita alla lunga di compromettere l’apparato muscolo-scheletrico con dolori articolari, mal di schiena, disturbi muscolari, ecc.

Utilizzare male le articolazioni, i legamenti, i muscoli e loro tendini diventa un’abitudine consolidata che perpetuandosi nel tempo non fa che peggiorare la situazione.

Sapendo solo quanto sia importante camminare non ci siamo forse mai posti il problema se lo facciamo bene o se lo facciamo male e quali conseguenze può avere nell’un caso o nell’altro.

Certo è che se camminare giova alla salute, siamo responsabili di farlo bene per non farci del male.

L’uomo non è evoluto per smettere di camminare e di muoversi né di rendere queste attività motorie opzionali, pertanto non è mai troppo tardi per incominciare.

E se il problema è riuscire a camminare per almeno quei 30 minuti al giorno consigliati, meglio pensare di farlo più volte in una giornata per un tempo molto breve oppure, se la preoccupazione è di calcolare il numero totale di passi fatti in una giornata come indicatore dell’attività fisica svolta, allora meglio misurare la cadenza, il ritmo della camminata cioè i passi compiuti al minuto. 

Uno studio pubblicato a maggio 2018 nel British Journal of Sport Medicine consiglia di raggiungere i 100 passi al minuto per una camminata di intensità moderata (velocità di circa 4,5 km/ora) che diventa un vero esercizio fisico, oppure di 130 passi al minuto e oltre per una camminata vigorosa che aiuta sia sul piano della forma fisica, del consumo calorico che della prestazione. In entrambi i casi lo schema è quello di un’attività fisica benefica.

Allora, perché attendere per iniziare? 

La risposta su come farlo nel prossimo articolo del blog…


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COME MIGLIORARE L’ASPETTO CON L’ATTIVITÀ FISICA

Il motivo per cui ad un certo punto desideriamo migliorare il nostro aspetto è prima di tutto per noi stessi, per quello stare bene che ci manca, per quel peso di troppo che da tempo ci portiamo addosso, per quella taglia persa e per l’affanno a salire i gradini di una scala, per l’attenzione che gli altri ci riserverebbero esclamando “Che in forma che sei!”, per quell’immagine nello specchio che non piace e, ancora di più, per quelle foto che non ci rappresentano più come vorremmo.

Si può fare molto per cambiare il proprio aspetto fisico, ma bisogna essere prima di tutto sicuri, convinti, decisi nel farlo.

L’intenzione di migliorare deve essere alla base del proprio agire: dobbiamo volerlo con convinzione e non limitarci soltanto a qualcosa che è scattato nella nostra mente come un “clic”. Migliorare l’aspetto fisico è un cambiamento che richiede tempo e costanza, per questo l’intenzione deve essere massima.

Se siamo insoddisfatti del nostro corpo, sappiamo che ciò non è il risultato di qualcosa avvenuto da un giorno all’altro. Così, nemmeno i miglioramenti potranno essere immediati perché non ci sono soluzioni per abbreviare il percorso!

Prendersi cura del proprio aspetto con l’attività fisica, che io considero “l’attivatore” di un processo, lo starter a cui segue la cura per ciò che si mangia, è la prima cosa da fare. Attivare il corpo fisicamente, infatti, spinge a pensare di rivedere anche l’alimentazione, di darci una regolata come se, attività fisica e corretta alimentazione, fossero due azioni necessariamente legate assieme. Vero è che siamo più stimolati e rigorosi nel rivedere cosa, come e quando mangiare nel momento in cui iniziamo a sentire i primi benefici dell’attività fisica.

Decidere di migliorare con l’attività fisica significa prima di tutto essere realisti su ciò che si può fare e quello che si decide di fare deve diventare il programma da svolgere. Che siano brevi intervalli di tempo al giorno o sessioni e allenamenti settimanali è fondamentale essere costanti e se si salta qualche volta, bisogna essere tolleranti, ammetterlo e continuare nel percorso .

Si tratta di riprogrammare la propria vita inserendo il rituale dell’attività fisica e dare così alla propria vita un altro corso.

La sedentarietà ci allontana dalle esigenze del nostro corpo come muoversi, bere più acqua, ad esempio.

Il nostro cervello, che lavora in economia e non si spreca, se non sotto stress, realizza che la muscolatura del corpo non utilizzata (perché inattivi e sedentari) non debba essere stimolata e perciò la dimentica. Così, quei muscoli inutilizzati alla lunga perdono il loro tono e il loro trofismo lasciando spazio al tessuto grasso e riducendone al minimo la funzionalità. A volte, in fondo, non serve cercare chissà cosa per decidere di migliorare il proprio aspetto: basta partire dal muovere di più il corpo! 

Siamo capaci di interessarci all’argomento, molto spesso di leggere parecchio al riguardo, di informarci di continuo, ma poi di non agire.

L’attività fisica va introdotta lentamente nella propria vita fino a cambiarne lo stile. 

Utilizzare l’esercizio fisico (declinazione di attività fisica con precise finalità – leggi l’articolo del blog: “Attività fisica o esercizio fisico?”) secondo i 4 pilastri di base (Forza, Resistenza, Flessibilità e Controllo) del metodo Da Domani Mi Muovo che ho codificato, porta a raggiungere i risultati attesi.

L’attività fisica fatta bene, insegnata correttamente da professionisti del settore serve a dosare bene il percorso. 

Il lavoro di forza con i pesi per dare tono e volume alla muscolatura viene integrato con quello di flessibilità per evitare rigidità articolari e rendere i muscoli meno tozzi e duri. Ma non basta. Si sa che un corpo tonico è più piacevole alla vista di un corpo troppo grasso, molliccio o rilassato, ma deve essere anche funzionale per apparire migliore. Ecco che gli esercizi di resistenza (lavoro aerobico come camminare, correre, pedalare, nuotare, vogare ecc. che stimola la funzionalità cardiaca e l’attività respiratoria così da far lavorare bene cuore e polmoni) insieme a quelli del pilastro del controllo (esercizi di propriocezione e di equilibrio) completano il percorso di miglioramento del proprio aspetto.

Essere iscritti in palestra (sapendo scegliere il tipo di palestra!) e frequentarla affidandosi alla competenza dei professionisti ed esperti del settore è una spinta decisiva nel miglioramento della propria immagine estetica, nel incrementare la fiducia in se stessi, nel senso di accettazione e di appartenenza al gruppo, alla collettività.

Se il tempo a disposizione per avere cura di sé è davvero poco, il mio consiglio è concentrare la propria attività fisica in alcuni intervalli brevi durante la giornata, senza spreco di tempo in cui la concentrazione e l’attenzione sull’esecuzione degli esercizi, però siano massime. 

Mantenere l’attenzione elevata mentre si esegue un esercizio fisico significa togliere tutti gli stimoli distraenti, non lasciarsi influenzare da ciò che non è pertinente, significa sentire che l’esercizio si svolge nel proprio corpo e quali parti va a a interessare. 

Un’attenzione volontaria così indirizzata e focalizzata sull’esecuzione dell’attività fisica diventa concentrazione. In termini neurologici vuol dire stimolare il sistema attivante reticolare (R.A.S Reticular Activating System) meccanismo del nostro cervello che ci consente di porre priorità e attenzione all’esecuzione di ogni singolo esercizio fisico che vogliamo svolgere. 

Ecco che anche 10 minuti al mattino e 10 minuti il pomeriggio oppure alcuni minuti più volte nell’arco della giornata a partire dal risveglio facendo lavorare a rotazione tutti i gruppi muscolari possono dare i migliori risultati nel tempo.

Al contrario, quei risultati sperati non arrivano se l’attività fisica è praticata superficialmente, senza “sentire” l’esercizio, senza prestare attenzione e concentrazione ai muscoli e alle parti del corpo che lavorano.

Bisogna applicarsi, dedicarsi un po’ al giorno, impegnarsi. Avere alcune abitudini consapevoli aiuta ad avere una vita più organizzata al fine di migliorare se stessi.

Seguire il piano di azione del metodo Da Domani Mi Muovo riassunto dall’acronimo delle 3R: Regola (indicazione a cui attenersi secondo un preciso criterio, esecuzione di esercizio per raggiungere lo scopo), Rituale (sequenza di esercizi che seguono le regole date e che assume le caratteristiche di rito), Ripetizione (azione del ripetere la medesima sequenza di esercizi con regolarità nel tempo) evita che la propria esistenza scorra in modo casuale, come va, va!

Un bel comportamento, una bella postura (è difficile sentirsi ok e graziosi se ci si trascina, se le spalle stanno curve in avanti, se la fascia addominale è rilassata e non controlla la schiena per tenere eretto il busto!), il porsi di fronte agli altri con fierezza danno subito la sensazione a chi sta di fronte di un bell’aspetto.

L’attività fisica abbassa il livello di stress personale, favorisce l’attenzione, la memoria, riduce l’ansia, attenua lo stato depressivo se presente, porta benefici nelle relazioni e nel lavoro, così da far salire l’auto-stima.

Il nostro aspetto fisico cambia ai nostri occhi alla vista degli altri quando l’umore è buono e lo stato di benessere elevato.

Acquisire maggiore consapevolezza corporea e sicurezza, più energia, un miglioramento delle capacità psicofisiche, un ideale riposo notturno grazie all’attività fisica, danno a chiunque la pratichi regolarmente e con costanza, salute, bellezza (leggi l’articolo del blog: “Attività fisica e bellezza”), soddisfazione e affermazione della propria immagine.


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